Cultura

Rita Pavone: "Wertmuller era la mia mamma artistica"

"Sono devastata, non c'è una mia canzone dove non ci fosse lei"

Rita Pavone e Lina Wertmuller

Redazione Ansa

 "Sono distrutta, devastata", La voce rotta, il pianto che non riesce a fermare, Rita Pavone ricorda a fatica Lina Wertmuller, la regista scomparsa a Roma a 93 anni, che l'aveva diretta nel 1964 in Il Giornalino di Gian Burrasca.
    Un'idea rivoluzionaria di tv per l'epoca con una giovanissima cantante a interpretare un ruolo maschile, oltre i generi e oltre le definizioni.
    "Ho un ricordo bellissimo di lei, era una donna poderosa, forte, coraggiosa, sentimentale, divertente. In lei confluivano tante di quelle doti...", racconta commossa al telefono con l'ANSA Rita Pavone che la considera "la mia mamma artistica".
    Perché la regista ha avuto un ruolo fondamentale nella carriera di Rita Pavone, dirigendola anche nel 1966 in "Rita la zanzara" con Giancarlo Giannini e a seguire in "Non stuzzicate la zanzara", sempre con Giannini e Giulietta Masina. Con il tema del film, Questo nostro amore, scritto da Luis Bacalov e dalla stessa Wertmuller, la cantante vinse anche il Cantagiro nel 1967. "Per me ha scritto tanti brani: Fortissimo (1966), Una notte intera (1967), Gian Burrasca. C'era la sua firma anche in Masters, l'album che ho pubblicato nel 2013. Non c'è canzone dove non ci sia il suo zampino", ricorda ancora con un sorriso malinconico.
    Si incontravano spesso, "ogni volta che passavo per Roma, cercavo di incontrala. Mi diceva: per te la porta è sempre aperta". L'ultima volta un mese e mezzo fa: "Stava benissimo, era in formissima. Sdraiata sul divano, con le sue gambe bianche, le unghie laccate di rosso. Abbiamo chiacchierato a lungo - racconta prima che la voce le si incrini di nuovo -. E' una parte della mia vita che se ne va. Gli anni passano, senza che ce se ne accorga. Mando un grande abbraccio alla figlia Zulima". 

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