Cultura

Harvey Keitel, anche Mr. Wolf si commuove: 'Con la pandemia mi sono chiesto dove sono gli angeli'

L'attore ex marine al Filming Sardegna Festival da presidente onorario

Redazione Ansa

Nessuno resti deluso, ma il Mr. Wolf di PULP FICTION, ovvero il mitico Harvey Keitel a 83 anni si commuove a un passo dal pianto e parla di angeli. Nonostante questo il suo fascino resta comunque intatto come d'altronde la sua faccia mefistofelica. Tutto questo al Filming Sardegna Festival di Tiziana Rocca dove l'attore è quest'anno presidente onorario.

Intanto gli angeli. "Quando da New York seguivo con grande attenzione e apprensione quello che stava succedendo in Italia con il Covid (sono cresciuto a Brooklyn), mi appellavo agli angeli e mi chiedevo dove fossero. Poi sono comparsi i primi soccorritori, i medici, gli infermieri, chi si prendeva cura delle persone malate, chi prestava soccorso rischiando la vita. E poi le persone che alla finestra cantavano e allora ho capito che non c'era nulla da cercare: "Gli angeli erano intorno a noi, intorno a me".

Per quanto riguarda il libro che ha cambiato la sua vita dice Keithel che dopo un'adolescenza turbolenta si arruola a sedici anni nei marines, con i quali prende parte all'intervento in Libano, denominato Operation Blue Bats: "Un giovane attore mio amico che studiava con me recitazione a New York, e che purtroppo è morto troppo giovane - e qui Mr. Wolf si interrompe per la commozione -, mi ha dato un libro intitolato L'arroganza del potere di J. William Fulbright che mi ha aiutato a capire quanto fossi rigido e come avessi un pensiero davvero ristretto. Ho iniziato allora a notare la protesta della gente agli angoli delle strade d'America e per la prima volta facevo il tifo per loro. Ho capito che ero solo stupido e ignorante".

Qual è per Mr.Wolf la cosa che oggi potrebbe 'risolvere' (come la celebre battuta nel film di Tarantino) a beneficio di tutti? "Penso che fosse Platone che diceva che non si cambiano le persone semplicemente parlando con loro. Così da Mr. Wolf penso che il solo modo per cambiare le cose sia alla fine solo l'arte".

Per quanto riguarda il film appena girato per Davide Ferrario, ovvero Blood on the Crown, spiega: "Sono il governatore inglese di Malta realmente vissuto, Hunter Blair, quando l'isola era sotto il protettorato britannico. Un tipo indeciso, non sa come venire fuori dai moti indipendentisti. Così il film racconta la rivolta di Malta del 7 giugno 1919, giorno in cui festeggiano la libertà dagli inglesi". E aggiunge poi: "È un film già tramesso in America, ma solo in tv, che spero approdi presto in sala".

Infine dei suoi inizi con Martin Scorsese e Robert De Niro sottolinea con malinconia: "Eravamo tutto molto giovani. Era il 1967 e io avevo 28 anni. Martin stava cercava allora giovani attori disposti a recitare gratis. Non solo, era costretto per questo a girare solo nel week-end visto che per sopravvivere facevamo vari lavoretti, camerieri, lavapiatti. Era il primo film di Scorsese e aveva come titolo Chi sta bussando alla mia porta". 
   

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