Cultura

Titane, thriller infernale oltre ogni tabù

Julia Ducournau: quello che conta per me è il corpo

Julia Ducournau

Redazione Ansa

Horror-thriller infernale che non guarda in faccia a nessun tabu' , con dentro l'eterno ermafrodito, il sesso con le macchine e dentro le auto, la pratica crudele della mantide religiosa , gli steroidi, una gravidanza piena di olio motore con tanto di musica sacra in sottofondo. Si sapeva che la regista francese Julia Ducournau, che aveva al suo attivo un film d'esordio folle come RAW, avrebbe dovuto almeno pareggiare i conti con TITANE, film in concorso al Festival di Cannes, e sicuramente c'è riuscita.

Tutto parte con un irrequieto ragazzino che, agitandosi nel sedile posteriore, provoca un incidente d'auto. Lo ritroviamo poi con la faccia sostenuta da una protesi in titanio prelevato dai doganieri all'aeroporto. Sostiene di essere Alexia (Agathe Roussel), scomparsa da bambina dieci anni prima, ma ora e' bellissima e sexy. Balla divinamente e divinamente conquista, uomini e donne per lei pari sono, e uccide con il suo lungo ferma capelli. E poi nel film della Ducournau, spogliarelliste che si dimenano su super auto, corpi mutilati, incendi, danze estatiche e travestimenti. Se Alexia, lo si capisce subito, non sta troppo bene, questo vale anche per il padre Vincent (Vincent Lindon) capitano dei vigili del Fuoco sempre alle prese con il suo corpo (si riempie di steroidi perche' si sente vecchio). Quando arriva da lui quello che crede il figlio lo arruola nella squadra, lo fa partecipare come fosse uno degli altri suoi allievi.

L'amore di Vincent per il figlio non cambiera' neppure quando scoprira' che e' una figlia ancora piu' folle di lui. Julia Ducournau e' una regista appassionata del corpo cosi' Vincent Lindon e Agathe Rousselle si sono dedicati a un super allenamento: "Il loro coinvolgimento - sottolinea la regista - va oltre la sceneggiatura perche' hanno avuto un anno intero per prepararsi. Bodybuilding per Vincent, danza e lotta per Agathe." E ancora la molto fisica Julia Ducournau: "Mi e' sempre dispiaciuto che non si possano sentire gli odori in un film. Quello che mi piace e' il lato organico di un'opera e questo si puo' avere mostrando, ad esempio, una stanza disordinata o filmando i capelli di un personaggio. Ci sono odori che emergono da queste immagini perche' ci avvicinano a un'esperienza sensoriale che conosciamo. È qualcosa su cui ho lavorato sin dal mio primo cortometraggio". TITANE, costato sei milioni di euro, ha la sceneggiatura scritta dalla stessa regista, Julia Ducournau, nata a Parigi nel 1983. 

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