Cultura

Cacciari, Sgalambro non ha fatto bene a Battiato

All'ANSA, lo ha reso meno dissacrante e scanzonato

Redazione Ansa

Franco Battiato e il filosofo Manlio Sgalambro "si sono incontrati per tanti motivi, ma forse sarebbe stato meglio di no per la parte artistica". Lo dice all'ANSA Massimo Cacciari che è stato amico del filosofo Sgalambro e al quale piace moltissimo la musica di Battiato, morto oggi a 76 anni.
    "Sgalambro era uno schopenhaueriano, era Schopenhauer. Non credo abbia fatto molto bene questo filone critico e sostanzialmente pessimistico a Battiato che ha un po' perduto quella vena di dissacrazione, la carica paradossale, ironica, a volte anche assolutamente scanzonata che aveva nelle cose sue come 'Bandiera bianca'" spiega Cacciari che preferisce il primo Battiato, anni Sessanta-Settanta. "E' quello che piace di più a me, può anche essere una nostalgia di quando avevo qualche anno di meno pure io" dice, ma non vuole entrare nel merito dell'analisi musicale. "Non è il mio campo. Battiato è essenzialmente un musicista e va giudicato in quanto tale. Aveva studiato musica seriamente. Le sue prime cose erano sperimentali, d'avanguardia, difficili, di quella musica che ancora nessuno ascolta sostanzialmente. E i suoi testi certamente non sono banali, non sono sanremesi. Mi è sempre piaciuto moltissimo. Ha avuto esperienze straordinarie" afferma Cacciari.
    "Con Sgalambro si sono incontrati perché avevano molti punti in comune, ma non vedo questa grande influenza del filosofo su Battiato che ha sviluppato una prospettiva di ricerca che era già la sua. Era un incontro tra due personalità abbastanza eccezionali in entrambi i campi, quello musicale e quello filosofico. In Battiato si sono accentuati certi echi orientaleggianti, ma il mondo sufi non c'entra nulla con Sgalambro. Si sono un po' mescolati insieme. Erano entrambi siciliani e c'è questo aspetto, questa fantastica terra in cui saltano fuori queste personalità sempre paradossali e sempre con questo fondo di feticismo, la sofistica. E' una cultura che mantiene la sua identità, quella siciliana, abbastanza.
    Sgalambro con i testi che ha dato ha pasticciato molto, questi elementi fra il sufi e l'orientale, e Battiato ha perduto la carica paradossale" sostiene Cacciari. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it