Cultura

Mostre: 'Donne vascello' in viaggio tra il sogno e l'emozione

La personale di Simona Gasperini alla Galleria Triphè di Roma

Donne vascello la mostra di Simona Gasperini

Redazione Ansa

  Occhi grandi, spesso indagatori, vestiti ricchi e a volte immensi, sfondi cerulei, a metà tra il cielo e il mare. Le "Donne vascello" di Simona Gasperini, in mostra alla Galleria Triphè di Roma dal 13 maggio al 20 luglio sono come delle "messaggere di sogni", traghettano da una realtà onirica al luogo sconfinato dell'emozione. E lo fanno con grazia, spesso avvolte da fiori e foglie o avvolte in esotici turbanti.
    Per presentarcele, Simona Gasperini ha scelto la tecnica del collage. La stessa che ispirò le avanguardie del Novecento da George Grosz a Picasso, ma con un tocco lieve che sa di magia.
    La mostra, curata da Maria Laura Perilli, racconta di "figure femminili, le dame, che diventano come il verbo essere".
    Affermano cioè, come spiega l'artista, "l 'esistenza, l'essenza in sé. Un atto puro" che significa "avere vita, avere origine".
    Ed è proprio per testimoniare questo che, racconta sempre Simona Gasperini, "parte una ricerca costante e minuziosa che dà il via alla scoperta di fotografie, giornali, fotocopie, poster, libri sparsi, spartiti musicali, copertine di libri, cataloghi" per raccontare "l'antico, il passato, il Deja-Vu".
    E il compito di queste "donne vascello" diventa dunque quello di riuscire a "creare qualcosa che prima non esisteva" per farlo vivere, con l'immaginazione, anche a chi le guarda mentre tenta di carpirne il segreto.
    E l'incanto di questa mostra è proprio che da un materiale estremamente reale, come possono essere i ritagli di un giornale o di un libro, prenda vita il sogno o, meglio, l'emozione.
    Un'emozione raccontata dal silenzio, per alcuni versi anche accusatorio, di queste figure femminili solo in apparenza leggiadre ed estranianti. In un'epoca come l'attuale in cui i femminicidi sono all'ordine del giorno, guardare i loro occhi, al di là dei sogni, diventa anche un'occasione per riflettere e ripensare l'universo femminile. 
   

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