Cultura

Ma Cally non è solo: "Il rap ha un linguaggio crudo, si evitino censure"

Mazza (Fimi): "Le polemiche ci stanno, ma si prenda atto che questa è l'evoluzione naturale della musica". Napoli (FI): "Anche la politica non è moderata"

Redazione Ansa

"Quando si affrontano questioni che riguardano la creatività artistica, è evidente che si debba procedere con la massima cautela per evitare fenomeni di vera e propria censura. Il rap, e più in generale la musica urban, è costituito da forme di linguaggio spesso molto crude e dirette. È un genere musicale che non a caso, prima negli Stati Uniti, poi in Europa e Italia, ha goduto di un crescente successo tra le nuove generazioni. Streaming e smartphone ne hanno amplificato l'audience tra millennial e generazione Z". A sottolinearlo è Enzo Mazza, ceo della Federazione dell'industria musicale (Fimi), interpellato in merito alle polemiche sul caso Junior Cally.

"In questo contesto - sottolinea Mazza - negli ultimi anni il Festival ha cercato di avvicinarsi ai giovani e ha dovuto necessariamente fare i conti con un repertorio 'difficile' per il pubblico tradizionale. Ma è un'evoluzione irreversibile della quale bisogna comprendere gli scenari nei quali si sviluppa e il linguaggio che si traduce poi in musica e in liriche. Per i teenager di oggi i rapper sono spesso ciò che per le nostre generazioni hanno rappresentato Battisti, De André o i Pink Floyd. Se Sanremo vuole rappresentare al meglio la musica italiana, deve farsi carico anche di proporre questo genere musicale. È un'evoluzione naturale che abbiamo visto anche ai Grammy negli Usa o ai Brits a Londra. Le polemiche ci stanno, la censura, magari preventiva, certamente no".

Da registrare, poi, anche il commento di Osvaldo Napoli, deputato di Forza Italia. "Mi associo allo sdegno di quanti chiedono alla Rai di bandire un tale cantautore dalla manifestazione canora per antonomasia. Però, a tanti miei colleghi mi permetto un consiglio: non esageriamo con lo sdegno. Il fatto che Cally dia forma e contenuto a un fiume di violenza dovrebbe farci riflettere e magari possiamo porci qualche domanda. Quella parte di italiani che su Facebook si scatena in insulti irripetibili contro questo o quello, che insulta le donne in politica apostrofandole esattamente come, se non peggio di quanto fa Cally, sul conto di chi vanno messi? I leoni della tastiera con il grilletto facile non sono forse l'humus, il terreno di coltura di "fenomeni" come Cally? Sono sorpreso per molti colleghi che si sorprendono di quello che Cally incarna. La politica usa forse un linguaggio moderato, rispettoso, dialettico oppure è anch'esso un linguaggio in qualche modo violento e imparentato con quello di Cally?".

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