Cultura

A Spoleto Cinema e Psicoanalisi

Il 13 luglio nell'ambito del Festival dei Due Mondi

Redazione Ansa

Sarà  'Ladri di biciclette' di Vittorio De Sica ad aprire 'I classici del cinema: intrecci tra immagini e psicoanalisi', la rassegna  a cura delle psicoanaliste Claudia Spadazzi ed Elisabetta Marchiori che sarà presentata il 13 luglio al Festival dei Due Mondi di Spoleto presso la Sala Pegasus. I film della rassegna - con la collaborazione della produttrice Graziella Bildesheim, il sostegno dell’Associazione IPD- Italian Psychoanalytic Dialogues  e il patrocinio della Società Psicoanalitica Italiana (SPI), - saranno introdotti dalle curatrici e discussi insieme al pubblico, con l’intervento di psicoanalisti ed esperti di cinema, per cogliere gli intrecci tra le diverse forme di pensiero e le diverse chiavi di lettura, tra le immagini proiettate sullo schermo e le dinamiche dell’inconscio.

A commentare il capolavoro del neorealismo italiano sarà Anna Pennella, critica cinematografica, giornalista e blogger, insieme a Paolo Boccara, psicoanalista SPI. Seguirà, nel pomeriggio, alle 16.00, la  proiezione di “Jules e Jim” di François Truffaut, il triangolo amoroso più intenso della storia del cinema, nella discussione del quale sono coinvolti Fabio Ferzetti, critico e giornalista cinematografico, e Manuela Fraire, psicoanalista SPI. E poi, alle 18,30, 'Gli uccelli' di Alfred Hitchcock, il film più angosciante del maestro del brivido, su cui conversano con il pubblico Roberto Lazzerini, esperto di cinema, e Giuseppe Riefolo, psicoanalista SPI.

 È un’occasione per vedere o rivedere film restaurati dalla Cineteca di Bologna, capolavori della storia del cinema da sempre oggetto di attenzione da parte della psicoanalisi,  "che non hanno mai finito di far vedere quello che hanno da far vedere", mutuando dalla definizione dei classici della letteratura di Italo Calvino. Non solo: si tratta di opere che continuano a suscitare emozioni profonde, a far provare piacere e a produrre senso. La rivoluzione antropologica determinata dall'evoluzione della tecnologia digitale obbliga non solo a chiederci cos'è oggi "un classico" e quali possono essere le sue funzioni, ma anche a non desistere nel porre attenzione e cura per conservare, nella veloce mutazione in atto, opere d'arte i cui restauri ne valorizzano la contemporaneità. Ne sentiamo l’esigenza poiché sono immagini che toccano direttamente le corde dell’inconscio, raccontano realtà interne immutabili, danno significato al mondo che ci circonda, incarnano i nostri conflitti e le nostre paure, le forme contraddittorie della vita, facendoci capire qualcosa di più su noi stessi. Sono queste tra le caratteristiche che accomunano queste immagini filmiche alla psicoanalisi.

 

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