Cultura

Kureishi, il mio nuovo romanzo è un noir

'Verso era guerra civile ideologica. Dylan? Fa ciò che vuole'

KUREISHI, STO SCRIVENDO UN NOIR

Redazione Ansa

 La Brexit, l'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, il "nuovo caos in Italia" dopo il referendum per modificare la Costituzione. Hanif Kureishi, l'autore de 'Il Budda delle periferie' e della sceneggiatura di 'My Beautiful Laundrette', non nasconde timori e preoccupazioni per la situazione attuale, alla quindicesima edizione della Fiera nazionale della piccola e media editoria 'Più libri più liberi', che ha aperto al Palazzo dei Congressi dell'Eur, a Roma. "Stiamo andando verso l'era della guerra civile ideologica.
    C'è uno spartiacque tra chi è ricco e chi è povero. In Europa il rischio è che si affermi la nuova destra. In Gran Bretagna abbiamo una democrazia moderata e non riuscirà a contenere tutto questo. L'unica forma possibile è quella di una nuova sinistra rivoluzionaria, radicale. Stiamo vivendo tempi pericolosi" sottolinea Kureishi. E per l'Italia "temo il sorgere di un leader populista del fronte della destra, qualcuno come Beppe Grillo che per avere più voti potrebbe spostarsi a destra".
    Gli artisti, gli scrittori, gli intellettuali "devono sostenere il dibattito, far circolare le idee. Questa per me è indipendenza. La paura è che i giovani non riescano a portare avanti il dialogo. Spero che i ragazzi, siano ebrei, musulmani, cattolici, transgender, acquisiscano una coscienza politica e comincino a organizzarsi contro questa feroce oppressione economica" dice Kureishi, protagonista di un incontro con Giorgio Zanchini su 'Scrivere per essere indipendenti'. Lo scrittore sta lavorando a una serie televisiva per la Bbc con uno dei suoi tre figli e a un nuovo libro The Nothing' ('Il nulla'). Il romanzo, che sarà pubblicato in Italia da Bompiani, dovrebbe uscire a maggio 2017. "Il mio nuovo libro non ha nulla a che vedere con la Brexit e i temi politici. E' un noir, un poliziesco sull'invecchiamento e l'ossessione del sesso, con un omicidio con connotati claustrofobici. Il protagonista è un uomo di 80 anni che ha una moglie più giovane, di 60 anni, musulmana, e nel corso della storia lei si innamora di un altro" racconta all'ANSA lo scrittore, 62 anni, che ha visto molte volte i suoi romanzi diventare film per il cinema e la tv. Si era parlato di un film anche dal romanzo del 2013 'L'ultima parola' ma "non è mai stato fatto. Con i film non si sa mai come va a finire" dice.
    La serie che sta scrivendo ci porta all'oggi. "Riguarda la vita di un rifugiato siriano che raggiunge la Gran Bretagna in una condizione a dir poco difficile. Trova un lavoro come muratore e incontra una donna ricca" spiega Kureishi. "Oggi in Gran Bretagna si guarda alla tv in una nuova ottica. Gli scrittori lavorano su vasta scala, possono scrivere venti-trenta ore di serie tv. A me a volte piace scrivere saggi, altre romanzi. Incoraggio sempre a sperimentare. La tv di oggi è molto interessante. Certo, al cinema e in televisione devi collaborare con altre persone, con il romanzo se tu da solo e puoi scrivere quello che vuoi" aggiunge. Lo scrittore del multiculturalismo, delle periferie, ci invita ad ascoltare "le voci degli esclusi, dei ragazzi. Solo così avremo il senso di quello che sta accadendo. Bisogna andare a visitare i sobborghi, bisogna guardare cosa accade ai margini del centro". Un principio che vale anche per l'editoria indipendente. "Gli editori, le riviste e gli scrittori più interessanti sono quelli che si trovano ai margini, all'estremo". E del fatto che Bob Dylan non andrà alla cerimonia di consegna del premio Nobel, Kureishi dice: "Tutto ciò che fa Bob mi sta bene. Bob è un grande artista e può fare quello che gli pare. La cosa più importate è pensare a quanto sia meraviglioso che lui abbia avuto il Nobel. Per la mia generazione non è stato il cinema o il romanzo a unire i giovani ma la musica rock'n'roll, il pop. E questo premio riconosce la bellezza di questa forma artistica" dice con il sorriso Kureishi. (ANSA).
   

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