Cultura

Rientro in Iran per artista Bassiri, 'tempi sono maturi'

Vive da 40 anni in Italia, 'vedo l'Iran proiettato verso il futuro'

Redazione Ansa

La mostra 'Motlaq' (assoluto) la scorsa estate al Museo di Arte contemporanea di Teheran (quello da cui verranno le opere di una mostra in programma al Maxxi); una personale all'Aun Gallery; un dibattito sul suo manifesto 'Pensiero magmatico' alla Teheran University. Si è articolato in tre tappe il ritorno dopo 40 anni in Iran di Bizhan Bassiri, artista persiano in Italia dal 1975, dove era giunto per studiare all'Accademia di Belle Arti.

"Ora i tempi mi sono sembrati maturi per tornare", dice Bassiri parlando con l'ANSA, ad un tavolino del Cafè Cinema a Teheran.

Non è una questione di nostalgia, di ricordi, di "polvere di strada", ci tiene a precisare, perchè Bassiri non è quel genere di persona che si guardia indietro. Il fatto e' che, spiega, ora sente l'Iran come un Paese "già proiettato verso il futuro", dove trovare interlocutori capaci di un rapporto dialettico.
 "Quando un sistema è chiuso si autoprotegge e non cresce, ma quando si crea un confronto con il mondo - prosegue, con indiretto riferimento alle conseguenze del recente accordo sul nucleare - allora si apre la possibilità di una relazione dialettica".

Il tema così ricorrente nella narrativa iraniana sull'arte contemporanea (mantenersi fedeli o meno all'identità nazionale e alle radici della tradizione persiana, così distinguendosi se non contrapponendosi alla cultura occidentale) non sembra riguardarlo affatto. "Per me l'identità non è statica ma in divenire, deve uscire da sé per crescere. La cultura non è un uccello da mettere in gabbia, non è giusto parlare di radici da custodire, piuttosto di un patrimonio genetico" con cui evolversi culturalmente. Al dibattito Bassiri si è presentato con il suo manifesto sul 'Pensiero Magmatico', nato nel 1984 in Italia e anch'esso in continuo divenire: testo tradotto in persiano (da Parisa Nazari) per favorire il confronto con i suoi connazionali.
  "Tutta la mia formazione artistica è avvenuta in Italia", dice. E come vi agisce il suo 'patrimonio genetico'? "Nel mio rapporto con il tempo - replica l'artista - qui il tempo ha una diversa scansione". La cultura iraniana infatti, prosegue, ha un grande senso poetico nella letteratura come in Italia vi è una forte capacità visiva nell'arte. Certo, aggiunge, anche la tradizione figurativa persiana ha con grande forza visiva capace di toccare "il sublime", ma questo avviene nell'ambito della forma e decoro. Senza passare dalla costruzione del dramma che è invece tipica dell'arte visiva italiana ed europea. "Spero che questi due livelli - conclude - si completino nella mia arte".
   

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