Cultura

Più libri: Camilleri, sono curioso dell'umanità

Applaudito da folla di fan, non ho fede ma invidio chi ce l'ha

Redazione Ansa

"Se dovessi fare un bilancio della mia vita devo dire che sono stato un uomo fortunato. Quasi sempre il piacere di dover fare una cosa ha coinciso con il dovere". Lo ha detto Andrea Camilleri nell'incontro più affollato della fiera della piccola e media editoria 'Più libri più liberi', dove da anni è ospite atteso da una folla incontenibile di lettori e fan.

    In una lunga chiacchierata in occasione dell'uscita del suo libro 'Le vichinghe volanti ed altre storie d'amore a Vigata' (Sellerio), Camilleri ha parlato della scrittura, della sua vita e dell'amica Elvira Sellerio. "Sono un uomo di molti desideri, però non ho mai desiderato la luna. I miei desideri sono sempre stati misurati alle mie possibilità. Ho sempre avuto una, anche sgradevole, conoscenza di me, del mio corpo e del mio cervello.

    Sono come un centometrista che conosce i suoi limiti e mi sforzo di fare quei cento metri in una frazione di secondo in meno del giorno avanti. Io lo vedo il mio orizzonte - racconta lo scrittore - e so fino a che punto possa arrivare dentro questo limite". Insomma, "i miei desideri - ha spiegato - sono sempre stati compatibili con i miei limiti e per questo sono stati soddisfatti anche al di là delle mie aspettative". Poi, attraverso alcuni aneddoti, Camilleri, che ormai non ci vede quasi più, ha parlato anche del suo entusiasmo: "Il dio della curiosità è quello che mi abita, sono curioso dell'uomo e dell'umanità. Le mie orecchie le sento diventare come antenne per captare le parole degli altri. Si potrebbe scrivere un romanzo su come una signora settantenne che faceva una coda è riuscita nel giro di un quarto d'ora a diventare la prima. Il comportamento umano è sempre nuovo, sempre diverso".

    Un ricordo anche dell'amica Elvira Sellerio: "E' stata una donna bellissima, capace di portare avanti un'iniziativa editoriale come Sellerio in una Sicilia - ha detto Camilleri - che non è terreno facile. E' stata una intelligenza ed una sensibilità di grandissimo livello. La cosa singolare di lei era che il giudizio che dava a prima vista di una persona era al 99,9 per cento esatto. Era come se avesse antenne per captare i pensieri di chi le stava davanti". Camilleri ha anche raccontato tra i continui applausi di essere un "laico materialista ma ogni tanto uno incontra uomini di chiesa di grandissima saggezza, e perché non dirlo? Poi ci sono gli scandali attuali per cui Fittipaldi e l'altro giornalista si trovano davanti ad un tribunale che sembra la Santa Inquisizione. Io che non ho fede - ha sottolineato - ho anche invidia per chi ce l'ha perché dà conforto. Se ci sentisse Gesù però dissentirebbe. Gesù è venuto sulla Terra per portare la guerra e non la pace. Non è la figura dolciastra che ci hanno detto. Gesù è quello che può far dire a me, copiando Benedetto Croce, non possiamo che dirci cristiani, cattolici no, ma cristiani è antistorico non dirlo".
   

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