Cultura

Morgan, X Factor non mi ha pagato. Sky, suo compenso pignorato da Equitalia. Lui, mi fanno mobbing

'Contento di avere abbandonato tv, talent è tomba della creatività'. Prosegue sui social la querelle

Redazione Ansa

Prosegue sui social la polemica tra Morgan e X Factor: ieri Marco Castoldi ha detto di non essere stato pagato, Sky ha risposto spiegando che il suo compenso è stato pignorato da Equitalia e oggi dal suo profilo facebook lo storico giudice del talent rincara la dose accusando i suoi ex datori di lavoro di mobbing.

"Trovo che i loro insulti siano la cifra del livello basso che rappresentano. A quelli - scrive InArteMorgan - rispondo dicendo che quella macchina in Italia si è quasi interamente retta sulle mie idee e sulla mia competenza, possono demolirmi o cercare di farlo quanto a loro pare, come è avvenuto per tutta l'estenuante scorsa edizione. Possono costruire una mia immagine pubblica deviata e sgradevole, possono rovinarmi la reputazione quanto vogliono e lo fanno e continuano, si chiama mobbing. Quello che conta è che la realtà e le tracce concrete del mio lavoro sono sufficienti per smontare qualsiasi tentativo di discredito".

Se poi "queste cose riguardano personalmente il sottoscritto e sinceramente nei panni di uno spettatore direi: chissene...", Morgan ci tiene invece a ribadire quanto detto ieri: "La decadenza di quel format ormai irrecuperabile, usa dei giovani artisti prendendoli in giro da subito, castrando loro qualsiasi iniziativa di carattere artistico costringendoli ad eseguire come soldatini qualsiasi imposizione senza diritto di replica allo scopo di un preordinato progetto di usa e getta e il 99,9% dei casi più 'getta' che 'usa'". Morgan conclude il suo post con un consiglio agli aspiranti protagonisti di X Factor: "Se avete la sensazione di possedere un briciolo di talento sappiate che lì metterete la parola fine alla vostra potenzialità, se proprio non resistete, almeno munitevi di avvocato (da subito) e fate valere i vostri diritti, non dico di artisti, ma almeno di persone comuni, perché altrimenti vi prendono per il c...".

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