Cultura

La rivolta dei musicisti secondo Fellini

Uno spaccato d'Italia in Prova d'orchestra, nel '79 a Cannes

Un'immagine di Prova d'orchestra di Federico Fellini

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 3 OTT - La rivolta di musicisti più famosa nella storia del cinema - a cui va la mente guardando alle proteste dei lavoratori dell'Opera di Roma - l'ha raccontata Federico Fellini in Prova d'orchestra, in quello che è considerato il suo film più politico, presentato nel 1979 fuori concorso al Festival di Cannes.
    Girato nell'Italia degli anni di piombo, il regista ambienta la 'rivoluzione fallita' dei protagonisti in un oratorio duecentesco, dove arrivano i musicisti per la loro prova. Ci sono anche i rappresentanti sindacali e la televisione, per intervistare uno a uno gli orchestrali sul rapporto che hanno con il loro strumento: tutti si sentono unici e necessari.
    L'arrivo del direttore tedesco (Balduin Baas) da' il via alle prove. Manca però l'armonia, e sale la tensione: il Maestro si dimostra sempre più sprezzante e autoritario. Una pausa dà il via alla rivolta dei musicisti, che si convincono di non aver bisogno del loro direttore e si abbandonano all'anarchia, tra slogan e lotte intestine. Per riportare l'ordine, tra le macerie, è necessario il ritorno del Maestro: la calma apparente però è via via turbata dai suoi toni dittatoriali sempre più minacciosi. ''Il Fellini sognatore, visionario, narcisista inguaribile, instancabile raccontatore di sé, avverso a ogni forma di impegno, è uscito dal proprio "ego" per dare uno sguardo fuori, alla realtà che ci circonda - scrisse all'uscita del film il critico Costanzo Costantini su Il Messaggero - mettendoci sotto gli occhi una immagine inquietante dell'Italia odierna. Su questo punto le interpretazioni sono unanimi: Prova d'orchestra è uno specchio del caos nel quale ci dibattiamo affannosamente, senza sapere come uscirne''.(ANSA).
   

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