Cultura

Non vedente tiene corso di cucina sul Web

L'impegno di Lucia valorizzato sui Social da Radio Siani

Lucia Esposito

Redazione Ansa

Come fa una persona cieca a pelare una patata? Basta volerlo. Questo insegna Lucia Esposito, non vedente da quando aveva 21 anni. Mamma e moglie a tempo pieno, Lucia è una ragazza solare, sempre disponibile e travolgente, grande appassionata di cucina, interesse tramandato dal suo mito, il padre. Le difficoltà e le sfide quotidiane, che la vita le ha riservato, non le hanno impedito di continuare a coltivare la sua passione. Tante conquiste fatte di piccoli ma significativi gesti, che ha deciso di condividere su un canale youtube dal nome C’è Luce in Cucina (CLICCA QUI), dove è possibile ammirare dei video amatoriali di ricette culinarie. C’è luce in cucina non è solo un insieme di semplici, seppur utili, consigli su cosa e come cucinare, ma il suo messaggio va oltre. L’obiettivo,infatti, è sensibilizzare una società spesso miope e disinteressata al tema della disabilità. Parafrasando il nome della trasmissione, Lucia porta la luce in cucina, lanciando un messaggio forte: a volte un problema può trasformarsi in un valore aggiunto, un’opportunità. “Basta accendere quella lampadina che c’è dentro ognuno di noi e guardare quello che gli altri non sono in grado di vedere”.

Il progetto di Lucia Esposito è stato fatto proprio da Radio Siani, la una web radio anticamorra per la legalità e di denuncia sociale che trasmette da Ercolano, a Napoli, da un bene confiscato alla camorra, in quella che una volta era l’abitazione del boss Giovanni Birra, reggente dell’omonimo clan. Intitolato alla memoria di Giancarlo Siani, unico giornalista campano ad essere stato ammazzato dalla camorra all’età di 26 anni, il progetto nasce per cancellare l’impronta di un’altra radio operante in città: Radio Nuova Ercolano. Successivamente ribattezzata come radio camorra, l’emittente era in uso al clan Birra, che la utilizzava per inviare messaggi ai suoi affiliati, detenuti nei carceri di Secondigliano e Poggioreale. L’idea fu quindi quella di realizzare, nell’appartamento appartenuto al boss, una radio della legalità in contrapposizione a quella che era stata la radio della camorra.  Il progetto vede la collaborazione di circa 40 ragazzi, di età compresa tra i 20 e i 35 anni e tutti prestano la loro attività in maniera volontaria e gratuita. Nel palinsesto si possono ascoltare trasmissioni canalizzati tutte nella stessa direzione, che è poi quella dell’informazione, della controinformazione, della sensibilizzazione e della denuncia. Tra queste la video rubrica con Lucia, una ragazza non vedente che cura una rubrica gastronomica.

 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it