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25 anni fa il massacro di Columbine, la prima delle grandi stragi nelle scuole Usa

Ma da allora poco è cambiato: le armi aumentano e le sparatorie continuano

Il massacro di Columbine

Redazione Ansa

L'America ricorda dopo 25 anni le 13 vittime, 12 studenti e un professore, della sparatoria nel liceo Columbine in Colorado compiuta da due suoi studenti, prima strage scolastica dell'era mediatica moderna e punto di partenza del dibattito sulla violenza delle armi da fuoco negli Usa, ancora oggi più attuale che mai.

Le immagini di Columbine sono ancora vive nei ricordi degli americani, che seguirono la tragedia in diretta tv, dopo che scattò il primo allarme. Autori della strage due studenti, Eric Harris, 18 anni, e Dylan Klebold, 17 anni, che arrivarono al liceo armati fino ai denti, con vari tipi di armi e decine di bombe artigianali. Il loro fu un vero e proprio tiro al bersaglio, in particolare tra la mensa e la biblioteca. Tra i motivi che li  spinsero al massacro fu individuato il bullismo ma anni dopo emersero anche alcuni problemi psichiatrici, altro grande fattore spesso concomitante nelle sparatorie americane.

Da quel 20 aprile 1999 è cambiato poco. Sono state adeguate le regole di intervento della polizia, che a Columbine agì con grande ritardo. Sono state migliorate le misure di sicurezza nelle scuole e sono state introdotte esercitazioni ad hoc per gli studenti, ormai diventate routine. Ma da allora le stragi sono continuate, e non solo nelle scuole: Virginia Tech (32 vittime nel 2007), Sandy Hook Elementary School (26 morti nel 2012), Marjory Stoneman Douglas High School (17 vittime nel 2018), fino alla strage nella scuola di Uvalde, in Texas, nel 2022, in cui a morire furono 15 bambini e un'insegnante.

Il principale problema irrisolto resta quello del facile acquisto delle armi da fuoco, anche quelle più letali. Il loro numero non ha cessato di aumentare, tanto che oggi negli Usa ci sono più armi che abitanti. In 10 anni, tra il 2012 e il 2022, gli americani hanno comprato 150milioni di armi. A nulla sono valsi i ripetuti appelli del presidente americano Joe Biden: la lobby delle armi, che può contare sull'appoggio dei repubblicani, non ha mai perso potenza.

A rassicurarla, un paio di mesi fa, anche l'ex presidente Donald Trump:  in caso di un suo ritorno alla Casa Bianca "nessuno toccherà neanche con un dito le vostre armi", ha detto il tycoon alla National Rifle Association, potente lobby delle armi a stelle e strisce.

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