Cronaca

Mazzette per appalti, ai domiciliari anche ex sindaco

Dodici misure cautelari, in cella il capo dei vigili di Agrigento

Dodici misure cautelari, in cella il capo dei vigili di Agrigento

Redazione Ansa

   In cambio di olio, panettoni, gioielli, soldi e assunzioni di parenti e amanti si erano messi a disposizione della cooperativa sociale Nido D'Argento e per il suo presidente truccavano gare, acceleravano rimborsi, chiudevano un occhio davanti a fatture gonfiate. A raccontare l'ennesima storia di corruzione, che coinvolge anche un ex sindaco e il capo dei vigili urbani di Agrigento, è un'inchiesta della Dda di Palermo che ha portato a 12 misure cautelari.

Personaggio chiave Giuseppe Gaglio, ideatore di Borgo Parrini, quartiere fatiscente diventato meta turistica dopo la ristrutturazione, presidente del cda della coop di Partinico finita nella bufera. Con la complicità di dipendenti fidati come Massimiliano Terzo, che intercettato ribadiva fiero di avere "amici ovunque", Gaglio aveva escogitato un piano accurato per vincere il maggior numero di appalti e assicurarsi puntualità dei pagamenti dei servizi sociali commissionati e accantonare somme da usare come provvista per le mazzette.

Lunga la lista dei funzionari corrotti: come la dipendente del comune di Balestrate Maria Rita Milazzo, ora indagata per corruzione e turbativa d'asta, che dava indicazioni alla Nido D'Argento su come impostare l'offerta progettuale, per aggiudicarsi la gestione dei centri estivi e in cambio otteneva l'assunzione della figlia. E Michela Sclafani, funzionaria all'ufficio direzione politiche sociali della Città Metropolitana di Palermo, che velocizzava la liquidazione dei pagamenti che spettavano alla coop e, riceveva, per il suo aiuto, collane con smeraldi da 1.800 euro, profumi di marca, olio d'oliva, dolci e panettoni e l'assunzione di amici nella cooperativa.

C'era poi chi, come Antonio Geraci, presidente della commissione aggiudicatrice di una gara bandita del Comune di Gela, faceva sì che a vincere fosse la Nido d'Argento, incassando come contropartita 2mila euro tramite l'ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo. O chi, come il dirigente del distretto socio sanitario di Agrigento, Gaetano Di Giovanni, ora capo dei vigili urbani, avrebbe favorito l'affidamento del servizio di assistenza domiciliare socio-assistenziale per anziani non autosufficienti (per un totale di 204.051 euro) alla società Medea controllata da Gaglio e dei servizi socio-assistenziali nei comuni di Santa Elisabetta e di Agrigento (per un importo complessivo di 89.355) alla Nido D'Argento, in cambio di 7mila 500 euro in tre tranche.

Decisive, per gli inquirenti, le intercettazioni che danno un quadro chiaro dei rapporti tra la coop e i funzionari infedeli. "Eh, io però...voglio essere sfacciata, Giù... per i piccoli problemi che ho! A fine mese è possibile di nuovo? Se possibile...", chiedeva una funzionaria del Comune di Marsala che alla coop aveva fatto vincere una gara. 
   

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