(ANSA) - MILANO, 09 APR - "Credevamo che l'Italia fosse uno
Stato laico, ma la Costituzione evidentemente non vale per
l'Islam" inizia con queste parole una nota del Comune di Turbigo
a commento della decisione di tenere la festa di fine ramadan al
campo sportivo presa ieri in una riunione convocata dal prefetto
di Milano Claudio Sgaraglia su richiesta del Tar a cui si era
rivolta l'associazione Moschea Essa contro il no alla
concessione di spazi da parte del Comune.
"Nonostante sia evidente e pubblico che nel territorio
limitrofo al nostro comune siano presenti luoghi in cui è già
stata data la possibilità di riunirsi alla comunità islamica,
l'unica lettura che posso dare a questa vicenda - ha commentato
il sindaco Fabrizio Allevi - è che probabilmente l'evento
quest'anno doveva essere fatto, forse per principio, a tutti i
costi a Turbigo".
Allevi ha riferito di aver appreso alla riunione "con
meraviglia che le diverse centinaia di partecipanti previsti in
un primo momento saranno invece poco più di 150, esattamente al
limite delle 200 unità prescritte dal parere dei Vigili del
Fuoco per l'utilizzo dell'area senza particolari ulteriori
prescrizioni".
"Inoltre il Prefetto ha messo a disposizione i Carabinieri,
ancorché il Questore e l'assessorato alla protezione civile di
città metropolitana si sono resi disponibili a dispiegare
ulteriori forze per garantire l'ordine pubblico per la
manifestazione. Un dispiego di forze notevole - ha aggiunto -,
tutto perfettamente apparecchiato per dover dare una risposta
positiva ad una richiesta che evidentemente doveva essere
accettata a tutti costi".
E quindi ora "resta l'amaro per tutti quei cittadini a cui
ogni giorno un piccolo Comune dovrebbe dare risposte sicuramente
più tempestive e per cui, forse, non si vedranno mai grande
attenzione e dispiego di forze da parte di organi
sovracomunali". (ANSA).
Comune di Turbigo, credevamo che l'Italia fosse uno Stato laico
'Notevole il dispiego di forze deciso per la fine del Ramadan'