Cronaca

Sono oltre 2600 gli italiani in carcere all'estero

La maggior parte si trova in cella in Europa

Sono oltre 2600 gli italiani in carcere all'estero

Redazione Ansa

Non solo Ilaria Salis o Filippo Mosca. Gli italiani detenuti all'estero sono 2.663, secondo gli ultimi dati forniti dall'Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osap) risalenti ad inizio febbraio. Il 35% circa è in attesa di giudizio, con sentenze non definitive o in attesa di estradizione in Stati dove le organizzazioni umanitarie denunciano da anni le pessime condizioni di vita carcerarie. In Italia, su una popolazione carceraria di 56.127 detenuti ci sono i 17.687 stranieri, un numero di quasi sette volte superiore dei nostri detenuti all'estero. 

La maggior parte dei detenuti italiani all'estero si trova in Germania: nei penitenziari tedeschi si trovano infatti ce ne sono 1.079 italiani. Al secondo posto la Spagna, con 458 italiani detenuti. Seguono la Francia dove ce ne sono 231 e il Belgio con 202. Nei Paesi extraeuropei il record è del Regno Unito dove sono detenuti 192 italiani, in Svizzera 131 e negli Stati Uniti 91. Ci sono poi 24 italiani nelle carceri dell'area del Mediterraneo e del Medioriente. Altri 12 nei paesi dell'Africa subsahariana e 114 tra Asia e Oceania.

I reati contestati ai detenuti italiani all'estero vanno dal traffico di sostanze stupefacenti alla vicinanza a organizzazioni criminali internazionali fino all'omicidio. Buona parte di loro sconta pene per possesso di droga o per furti.

Oltre ai chi è in attesa di giudizio o estradizione, c'è anche chi è morto come il 36enne carpentiere di Viareggio Daniele Franceschi deceduto nel carcere di Grasse, in Francia, in circostanze mai completamente chiarite. Per la sua morte fu condannato un medico francese. O come il bancario leccese Simone Renda deceduto il 3 marzo 2007 nel carcere messicano di Playa del Carmen: l'uomo stava male ma non ricevette alcuna assistenza sanitaria in cella restando senza acqua né cibo per quasi 48 ore per omicidio volontario.
   

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