Cronaca

Runner abruzzese bronzo alla 100 km del deserto della Namibia

Per Dell'Isola corsa difficile a 49°, argento al friulano Namada

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 01 MAR - Tra le dune del deserto del Sahara, in Tunisia, si era dovuto "accontentare" di una medaglia di legno. Nella sfida analoga in Namibia, in una gara a tappe corsa sulla distanza di 100 chilometri, è andata anche meglio: Fabrizio Dell'Isola, runner abruzzese con base a Barisciano (L'Aquila) ha conquistato una insperata medaglia di 'bronzo', piazzandosi terzo dietro al runner friulano Valentino Namada (medaglia d'argento) e all'atleta locale Jason Nghinanamunhu (primo assoluto).
    Si è conclusa con questo podio la sfida nel deserto del Namib, uno dei più antichi e affascinanti al mondo, le cui dune di sabbia, alte anche centinaia di metri, creano un paesaggio surreale e mozzafiato. Nonostante le condizioni difficili, il Namib ospita una flora e una fauna uniche, costituite principalmente da specie endemiche altamente adattate.
    Condizioni difficili anche quelle di gara, con partenze all'alba per evitare le temperature proibitive delle ore più calde (anche 49 gradi).
    Quarantasette anni compiuti, tesserato con Atletica Abruzzo L'Aquila, Dell'Isola (team Recrowd) è arrivato quasi senza voce al traguardo. "È stata un'esperienza incredibile, intensa e devastante allo stesso tempo - ha detto raggiunto al telefono - Una gara che ha premiato Jason, il cuoco del Resort che ci ha ospitato in questi quattro indimenticabili giorni. I colleghi gli hanno regalato il pettorale e lui li ha ripagati nel miglior modo".
    Outfit improbabile, bottiglia di plastica accartocciata con acqua in una mano e cellulare nell'altra per ascoltare musica afro mentre correva, così Nghinanamunhu si è presentato ogni giorno alla partenza. Una bandana per il sudore, scarpe da strada totalmente inadatte ai terreni desertici, calzino di spugna bianco e senza occhiali da sole.
    "Tagliato il traguardo di ogni tappa - prosegue Dell'Isola - Jason aspettava ogni atleta per battergli la mani e fargli i complimenti.... a volte potevano passare delle ore. Solamente gli ultimissimi non riusciva a salutare perché doveva iniziare il turno in cucina. Lo sport insegna. Lo sport è vita". Alla prova, organizzata da Zitoway, hanno partecipato atleti italiani, uruguaiani, spagnoli, francesi, inglesi. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it