Cronaca

Superstite del ghetto di Roma: "Rivivo l'incubo di 80 anni fa"

'Quelle scene fanno tornare alla memoria il rastrellamento'

Redazione Ansa

Le bombe dal cielo, le persone prese in ostaggio e deportate, tra l'orrore e la paura. "Rivivo l'incubo di 80 anni fa, il rastrellamento del ghetto, io avevo 12 anni ma non potrò mai dimenticare". Emanuele Di Porto è uno degli ultimi sopravvissuti alla razzia degli ebrei da Roma. Ha 92 anni e tutti lo ricordano come il "bambino del tram", perché quel 16 ottobre del 1943 per nascondersi dai nazifascisti trovò riparo in un mezzo pubblico parcheggiato a due passi dalla sinagoga. Proprio lì , a piazza Monte Savello, un autobus ricorda la sua storia, con una livrea dedicata a lui e alla sua famiglia. È uno dei dieci mezzi che fino al 24 ottobre percorreranno la linea 23 in occasione degli 80 anni di quel terribile giorno, quando la mamma di Emanuele sacrificò la sua vita per salvare quella del figlio. Quando racconta la sua storia, Di Porto si commuove ricordando mamma Virginia. 

Video Un superstite del rastrellamento di Roma: 'Rivivo quell'incubo'

 



   

"Riesco ancora a sentire le sue mani che mi allontanano da lei e da quella camionetta che l'avrebbe portata nei campi di concentramento - spiega -. Mi ha salvato la vita". Quello che Emanuele ha vissuto 80 anni fa si ripete, in modo diverso, anche in Israele e, inevitabilmente, il suo pensiero va alle vittime e ai deportati.

"È terribile quello che sta succedendo, un dramma - dice - sono ovviamente molto preoccupato". "Quando avvenne il rastrellamento io avevo 12 anni, riuscii a salvarmi perché mia madre mi spinse lontano da lei - ricorda -. Sono andato via lentamente, senza dare nell'occhio. Poi ho trovato riparo in un tram della circolare dove sono stato accudito da alcuni autisti ai quali avevo confessato di essere ebreo".

Lunedì ricorrono gli 80 anni del rastrellamento e quella di Di Porto è solo una delle tante storie che la comunità ebraica è pronta a raccontare, per mantenere viva la memoria, soprattutto tra le giovani generazioni. Ognuno ha un nonno o una nonna che hanno vissuto quei tragici momenti, chi nascondendosi, chi magari riuscendo a procurarsi un passaporto falso e lasciare la città . Nessuno, però , vuole dimenticare. "Cosa vuol dire fascismo per me oggi? - si chiede Di Porto -. Forse dirò una cosa strana, ma io non sono capace a covare rancore". Un messaggio, però, lo lancia ai giovani. Parole che suonano come un avvertimento. "A loro dico 'si salvi chi può ' - dice facendosi scuro in volto -. Sono convinto che possa esserci ancora il rischio che la storia si ripeta".

Per questo Roma celebra l'80/mo anniversario del rastrellamento con una serie di iniziative, dalla proiezione di film a spettacoli teatrali, da percorsi urbani a convegni. Lunedì 16 ottobre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella depone - al termine della marcia della Memoria dal Campidoglio al ghetto - una corona d'alloro lungo il muro della sinagoga. "Ricordiamo il passato - recita la locandina dell'iniziativa - perché abbiamo a cuore il futuro". 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it