Anche Rocco Siffredi è "d'accordo con me" sullo stop alla pornografia per i minori. A dirlo è la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità in un post su Facebook.
"In questi giorni, di fronte ai ripetuti casi di stupro di gruppo ai danni di ragazze o addirittura ragazzine - ricorda la ministra - ho posto il problema dell'accesso precoce a una pornografia che peraltro è sempre più violenta e degradante. Non perché ci sia ogni volta necessariamente un nesso di causa-effetto, ma perché il tema esiste e dobbiamo porcelo, dobbiamo discuterne come stanno facendo in molti Paesi del mondo. Gli studi parlano di sette anni come età media del primo accesso dei bambini a contenuti porno, ed è evidente che le tecnologie hanno moltiplicato il fenomeno in modo esponenziale.
Anche perché in campo tecnologico i figli sono molto più bravi e aggiornati dei genitori, che dunque si sentono spesso disarmati e impotenti".
Secondo la ministra "non è solo una questione di controllo e di divieti, è una questione educativa. Oggi ne hanno parlato, fra gli altri, Luca Ricolfi e Annamaria Bernardini de Pace. Si tratta di capire cosa offriamo ai nostri ragazzi, di cosa nutriamo gli anni della loro formazione come persone, come interpretare la genitorialità in un mondo sempre più complesso nel quale il gruppo dei pari sembra prendere sistematicamente il sopravvento sulle relazioni "verticali".
Ho posto il tema per aprire un dibattito, e un sostegno tanto inatteso quanto apprezzato - prosegue - è arrivato da Rocco Siffredi. Mi ha inviato una comunicazione privata, alla quale certamente risponderò, e si è esposto pubblicamente con un'intervista a Libero, per dirsi d'accordo con me sul problema dei bambini e della pornografia. Ho voluto citare lui, fra coloro che in questi giorni si sono pronunciati, perché non era scontato che una persona che del mondo pornografico è un protagonista prendesse una posizione del genere. E perché probabilmente sulla sua scelta ha influito anche il suo ruolo di padre. Questo dibattito va approfondito, perché oggi è più che mai necessaria - conclude - una riflessione sulla questione educativa".