Cronaca

Le peggiori stragi di migranti nel Mediterraneo

Centinaia di morti o dispersi, dal Canale di Sicilia a Lampedusa

Lampedusa, 3 ottobre 2013

Redazione Ansa

Quanto accaduto al largo del Mar Egeo, dove un peschereccio con a bordo forse fino a 750 persone si è capovolto a 47 miglia nautiche da Pylos, è destinata a diventare una delle più gravi tragedie del mare nel Mediterraneo: 78 sono per ora i corpi recuperati, 104 le persone tratte in salvo, ma per le altre centinaia di dispersi le speranze sono ormai minime. Ecco le altre principali tragedie degli ultimi anni.

* LAMPEDUSA - Erano circa le 5 del mattino quando il 3 ottobre 2013 le fiamme divamparono su un barcone vicinissimo alla costa, di fronte all'Isola dei Conigli. I migranti a bordo dell'imbarcazione avevano incendiato una coperta per segnalare la propria presenza in mare ai soccorritori, senza immaginare che così avrebbero dato fuoco a tutta l'imbarcazione. Presi dal panico molti si gettarono in mare, annegando subito, altri riuscirono a rimanere a galla in attesa dei soccorsi, ma il bilancio delle vittime fu pesantissimo: 368 morti a fronte di 155 sopravvissuti.

* CANALE DI SICILIA - Non si riuscì mai ad avere un bilancio complessivo ma quella del 18 aprile del 2015 è passata alla storia come un'ecatombe. Un'imbarcazione con a bordo tra le 700 e le 950 persone si trovava a circa 110 miglia a sud di Lampedusa quando la Guardia Costiera ricevette una richiesta di soccorso. Ad arrivare per primo per prestare aiuto fu un peschereccio portoghese, allertato dal comando delle capitanerie di porto. Forse per l'ansia e il desiderio di essere tratti in salvo il prima possibile, i migranti si spostarono tutti dallo stesso lato del barcone, che si capovolse rovinosamente. A sopravvivere furono soltanto in 28.

* CUTRO - E' stata una tragedia annunciata, invece, quella avvenuta la notte tra il 25 e 26 febbraio 2023 a poche decine di metri dalla costa di Steccato di Cutro, in Calabria. Un caicco salpato dalla Turchia, con almeno 180 persone a bordo, fu intercettato dall'agenzia Frontex, che lanciò una segnalazione al Centro di coordinamento internazionale. Dopo un cortocircuito nei soccorsi che causò dure polemiche e dopo circa sei ore dalla prima segnalazione, il caicco si arenò su una secca. La forza dell'impatto e quella delle onde lo fecero naufragare, provocando la morte di 94 persone.

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