Cronaca

Magistrati contro il decreto anti rave: 'troppo vago'

I penalisti: 'Un buon legislatore dovrebbe evitare leggi facilmente esposte a successivi incidenti di costituzionalità'

La polizia davanti al capannone dove si è tenuto un rave party nella zona nord di Modena

Redazione Ansa

"La norma che introduce il criterio del pericolo per l'ordine pubblico, la salute pubblica e l'incolumità è troppo generica, troppo vaga" e, per questa sua "vaghezza", "rischia di non raggiungere il suo obiettivo: soprattutto non viene in alcun modo descritto il pericolo a cui fa riferimento". Ad affermarlo è il presidente dell'Anm (Agenzia Nazionale Magistrati), Giuseppe Santalucia, commentando la norma anti-rave, contenuta nel primo decreto del governo Meloni, durante la sua audizione in Commissione Giustizia del Senato.

Si tratta, ha argomentato Santalucia, di "una anticipazione eccessiva della soglia della punibilità. Il riferimento al pericolo di uno scollamento dal principio di materialità del reato e di tassatività della fattispecie. Peraltro, la costruzione intorno al concetto di invasione arbitraria, tipico della tutela del patrimonio, compromette il raggiungimento delle finalità di tutela sottese all'intervento d'urgenza".

"Forti dubbi sulla sussistenza dei requisiti di necessità grave e urgenza" che giustificano il ricorso al decreto legge, a maggior ragione di fronte alla "eterogeneità" del contenuto del provvedimento" sono stati espressi anche dal presidente dell'Unione delle Camere penali Giandomenico Caiazza. "Un buon legislatore dovrebbe evitare la promulgazione di leggi facilmente esposte a successivi incidenti di costituzionalità" ha avvertito il leader dei penalisti.

"Sono stati offerti molti contributi, tutti in termini costruttivi, e sono state indicate modalità per migliorare alcune norme. Alcuni di questi interventi possono essere utilizzati nei prossimi giorni da noi commissari come spunti di riflessione per gli emendamenti e sono stati particolarmente lucidi. Sono soddisfatta di questa prima giornata di audizioni", ha commentato la presidente della Commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno. Sono state ascoltate 15 persone tra giuristi e professori in oltre 3 ore di seduta.

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