Cronaca

In vacanza sul catamarano salvano un naufrago siriano a Kos

'Abbiamo sentito una voce e ci siamo resi conto che veniva dal mare'

Tatiana abbraccia il profugo siriano

Redazione Ansa

È la notte del 25 agosto quando l'equipaggio di italiani in navigazione sul catamarano Lucile, di Marco Luigi dal Monte Casoni, veleggiando nel tratto di mare davanti all'isola greca di Kos, raccoglie un grido di aiuto. E la vacanza si trasforma nel salvataggio di un giovane, di circa venticinque anni, che dalla Siria stava tentando di raggiungere l'Europa. Con lui altri due migranti, non si sa se sono ancora dispersi in mare.

"Abbiamo sentito una voce, era sopravvento, non ci siamo resi conto subito. Poi abbiamo capito, veniva dal mare", è il racconto pieno di emozione dell'avventura vissuta dal gruppo di amici. "Quando ci siamo resi conto che c'era qualcuno che chiedeva aiuto dal mare abbiamo scandagliato le acque. Nel giro di 15 minuti circa abbiamo individuato il giovane. Aveva un giubbotto nero di salvataggio. La sua voce arrivava sempre più vicina. Una volta avvistato gli abbiamo lanciato una fune alla quale si è attaccato e lo abbiamo tirato a bordo".

Trascorrono le vacanze in catamarano e salvano un naufrago siriano

Il giovane è stato "subito avvolto con una coperta termica e Tatiana lo ha abbracciato per scaldarlo, era in ipotermia ma reagiva", racconta Dal Monte Casoni. Per prima cosa "gli abbiamo dato del latte caldo e dei biscotti - spiega il comandante del catamarano che ha filmato l'operazione di salvataggio - era esausto e poco dopo, disteso in cuccetta si è addormentato".

A quel punto il comandante ha avvertito le autorità greche e in poco tempo sono stati raggiunti da una motovedetta che ha preso a bordo il naufrago. Avvertiti dei due dispersi hanno proseguito le ricerche.

 "Siamo ancora emozionati, mai avremmo immaginato una circostanza così, ma siamo felici di averlo salvato, purtroppo non abbiamo trovato i suoi compagni". Certo "non dimenticheremo gli occhi di quel giovane che non finiva di ringraziarci e quando ha saputo che eravamo italiani ha sorriso e ha detto "Italia!". Forse sperava di essere in Italia. "Ci auguriamo venga trattato bene dalla Grecia", è il commento di chi ancora non si rende conto d'aver strappato il giovane da una morte sicura.
   

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