Cronaca

Non operabile in Ucraina, bimbo curato a Policlinico di Milano

Fugge con un Ong dalla guerra, ora pronto per una nuova vita

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 26 AGO - Era nato con una grave malformazione intestinale e urologica e nel suo Paese non era operabile. Adesso però la storia di un bimbo ucraino di un anno ha finalmente un lieto fine. Il piccolo e la sua mamma sono fuggiti rapidamente dal Paese all'inizio dell'invasione russa e sono arrivati a Milano. Al Policlinico il bambino si è sottoposto a un percorso di cura e ora è potuto finalmente tornare a casa dalla sua famiglia.
    "E' nato con una grave malformazione ano-rettale - racconta Ernesto Leva, direttore della Chirurgia Pediatrica del Policlinico di Milano - ed era ricoverato per delle ulteriori complicanze urologiche causate dalla sua condizione".
    Le speranze di guarigione erano poche. Tra i volontari dell'Ong Rainbow4Africa attiva in Ucraina c'era anche Daniele Dondossola, medico della Chirurgia Generale del Policlinico di Milano. Dopo un lungo viaggio il bambino viene portato proprio nell'ospedale milanese, specializzato nella diagnosi e nelle cure di alta qualità per i pazienti con malattie rare e complesse uro-retto-genitali.
    Esaminata la situazione, i medici pianificano un percorso di interventi chirurgici ricostruttivi, ma sia il piccolo sia la mamma si scoprono positivi al Covid. Una volta guarito dal virus, il bambino viene affidato chirurghi e agli urologi pediatrici che intervengono insieme agli esperti di anestesia e rianimazione pediatrica. Il primo intervento dura 6 ore, nelle quali viene ricostruita la porzione terminale dell'intestino, si asporta il rene sinistro e vengono ricostruite le vie urinarie.
    Poi, dopo qualche settimana di degenza per stabilizzare la situazione, a inizio agosto il piccolo torna in sala operatoria per un intervento di ricanalizzazione intestinale: "Il percorso chirurgico è così completo - conclude Leva - e non c'è stata alcuna complicanza, tanto che dopo qualche giorno il piccolo è potuto tornare a casa". (ANSA).
   

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