(ANSA) - MILANO, 20 MAG - "Nonostante l'omissione di cui si è
resa responsabile (consistita nel non avere assicurato la
sorveglianza dell'alunno fuori dalla classe, nel non averlo
affidato alla supervisione di alcuno altro adulto e di avergli
consentito di andare in bagno da solo, e senza neppure avere
cercato l'accompagnamento di un collaboratore scolastico), il
bambino veniva a un certo punto ugualmente preso in carico da
chi (la collaboratrice scolastica, ndr) aveva un'autonoma
posizione di garanzia nel riportarlo in classe sano e salvo". E
per questo "non può essere ritenuto sussistente con certezza il
nesso di causalità tra la iniziale condotta colposa e omissiva"
della maestra e la morte del bambino.
Lo si legge nelle motivazioni della quinta sezione della
Corte d'Appello di Milano, presieduta da Antonio Nova,
dell'assoluzione della maestra accusata di concorso in omicidio
colposo del piccolo di 5 anni e mezzo, caduto nella tromba delle
scale della sua scuola, la Pirelli di Milano, nell'ottobre 2019.
Il processo in primo grado con rito ordinario a un'altra
maestra, quella di sostegno, è ancora in corso. Una terza
coimputata, una bidella, aveva già scelto il patteggiamento a
due anni di carcere. Secondo i giudici l'evento "nella sua
specificità e nello sviluppo tragico del suoi verificarsi non è
rimproverabile all'imputata in quanto la situazione di
affidamento a un collaboratore, che la condotta inizialmente
omessa doveva garantire, si era comunque verificata". E ancora
si legge che se anche la maestra "avesse chiamato la bidella fin
da subito e avesse affidato il bambino all'adulto nell'
immediatezza dell'uscita del bambino, non vi è prova certa che
qualcosa sarebbe cambiato in tal caso rispetto al successivo
tragitto (rivelatosi fatale), lungo il quale il piccolo, ormai
perso di vista anche dalla collaboratrice scolastica, faceva
rientro in classe". (ANSA).
Bimbo precipitato,per i giudici morte non fu colpa della maestra
Motivazioni dell'assoluzione in appello. "Non c'è nesso causale"