Cronaca

Strage Bologna: Abbatino non vuole parlare, Corte lo obbliga

'Non mi sento protetto', ma dovrà deporre il 3 novembre

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 22 OTT - Maurizio Abbatino, l'ex boss della banda della Magliana, poi diventato collaboratore di giustizia, si è rifiutato di testimoniare in videoconferenza nell'ambito del nuovo processo sulla strage del 2 agosto 1980, che vede come principale imputato l'ex Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini.
    La Corte d'Assise presieduta da Francesco Maria Caruso, ha stabilito però che "l'audizione in videoconferenza del teste Abbatino Maurizio deve essere confermata" e ha fissato una nuova data, il 3 novembre.
    L'audizione di Abbatino era prevista oggi, su richiesta delle parti civili, ma in apertura il presidente C ha detto che "è arrivata una lunga lettera dell'avvocato di Abbatino, Rosario Scognamiglio, che dice che non viene perché non se la sente, non si sente protetto, non ha risorse, è stato chiamato troppo in fretta, tutta una serie di argomenti che evidentemente non giustificano il rifiuto di testimoniare, ma che in questo momento attestano che non ci sarà". Già il 24 settembre aveva mandato un certificato medico per attestare le sue precarie condizioni di salute che avevano fatto rinviare la testimonianza, prevista poi in presenza lo scorso venerdì. Anche in quel caso, però, il legale aveva mandato mail alla Procura generale, dicendo che per "motivi di sicurezza" sarebbe stato meglio sentire il teste in video.
    Questa mattina, dopo aver annullato la videoconferenza odierna (anche perché Abbatino ha fatto sapere di aver inviato un altro certificato medico) e sentite le parti, la Corte ha però stabilito che il teste sarà ascoltato. "A tal fine si dà mandato al servizio centrale di protezione di dare corso senza ritardo all'audizione - ha detto Caruso - e di provvedere all'accompagnamento del teste nel sito riservato ove verrà effettuata l'audizione in videoconferenza. Il servizio centrale è pregato di prestare massima collaborazione - ha sottolineato il presidente Caruso - perché l'atto istruttorio possa avere luogo nelle condizioni di massima sicurezza per il collaboratore, assicurando altresì condizioni di trattamento personale adeguate alla situazione". (ANSA).
   

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