Cronaca

Dorothy, broker e mamma, solo ora identificata

L'ultima telefonata alla figlia dal 94esimo piano del WTC

Una sequenza di immagini tratte dal Tg4 che mostrano l'impatto di un secondo velivolo contro una delle due torri del World Trade Center

Redazione Ansa

 Faceva la broker per una compagnia di assicurazioni al 94esimo piano della Torre Nord, ma fuori dell'orario di ufficio era una mamma e una nonna devota. I resti di Dorothy Morgan, morta a 47 anni l'11 settembre 2001 al World Trade Center, sono stati finalmente identificati grazie ad un minuscolo frammento di ossa a pochi giorni dal ventesimo anniversario dalle stragi. Nella sua casa a Hempstead, Long Island, aveva una sfarzosa collezione di Barbie in abito da sera, ma non era questo lo stile da 'working woman' di Dorothy Morgan, ogni giorno impeccabile e attenta alle richieste di clienti vip nei suoi tailleur in tinta unita come quello bordeaux della foto che la ricorda.

Dorothy viaggiava per oltre un'ora sul treno da Long Island per raggiungere ogni giorno l'ufficio della Marsh and McLennan, un colosso del settore che occupava vari piani della prima torre colpita dagli aerei di al Qaida e che, quell'11 settembre, perse 358 dipendenti. Dorothy arrivava presto ogni mattina e anche quel giorno, dieci minuti prima dell'impatto del primo aereo di al Qaida, aveva parlato al telefono con la figlia Nykiah, allora 22 anni e già madre di un bambino. Nei giorni dopo le stragi, Nykiah si era agganciata a un barlume di speranza: per giorni aveva cercato la madre a Manhattan, convinta che stesse vagando disorientata per lo shock dell'esplosione. Solo dopo un mese senza notizie la giovane donna aveva accettato l'inevitabile. "Non me l'aspettavo, dopo tutti questi anni. Ora non so che fare con quei resti", ha detto dopo che due detective hanno bussato alla sua casa di Long Island con l'annuncio dell'identificazione: un nuovo shock che ha riaperto la ferita. Nelle stragi dell'11 settembre sono morte a Ground Zero 2.753 persone. Dorothy è la 1.646esima identificata grazie al Dna: dopo due anni senza risultati, pochi giorni dopo di lei l'ufficio del coroner ha identificato una seconda persona, un uomo, la cui famiglia ha chiesto di rimanere anonima. Per altre 1.106 vittime, il 40% circa dei morti, mancano ancora risultati, ma il lavoro dei medici legali non si ferma grazie a nuove tecniche di analisi del Dna. Si stanno testando e ritestando oltre 22 mila frammenti di ossa, molti non più grandi di una caramella Tic Tac, e il fatto che due nuove identificazioni siano arrivate a pochi giorni una dall'altra viene ritenuto un segnale incoraggiante.

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