Cronaca

Covid: Esperti favorevoli ai vaccini AstraZeneca fino ai 65 anni

Speranza ha chiesto all'Aifa una verifica per capire se c'è la possibilità di ampliare il limite dell'età

Redazione Ansa

Si va verso la somministrazione del vaccino AstraZeneca ai soggetti fino ai 65 anni. E' questa la linea espressa dagli esperti nella riunione di oggi alla quale hanno partecipato rappresentanti del Ministero della Salute, Aifa e Regioni. La decisione finale arriverà però solo dopo una ulteriore riunione della Commissione tecnico scientifica dell'Aifa. Secondo quanto si apprende, il ministro della salute Roberto Speranza ha, infatti, chiesto all' Aifa di "fare ogni verifica sul piano scientifico e sulla base di evidenze, per capire se c'è la possibilità di ampliare il limite dell'età. Tale decisione aiuterebbe a velocizzare la campagna vaccini".

Sulla possibilità di somministrazione del vaccino AstraZeneca anche agli over-55, il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù, a Uno Mattina, ha spiegato che "probabilmente anche noi rivaluteremo, se occorre, questo suggerimento che era derivato, né più né meno, dagli studi clinici di validazione".

Intanto domani la Commissione europea presenterà domani una procedura accelerata per l'approvazione di vaccini adattati alle nuove varianti Covid e una spinta alla collaborazione tra i produttori per aumentare le forniture, sia dei vaccini già autorizzati sia di quelli per possibili nuovi ceppi virali. 

La prima iniziativa, su cui ha lavorato la commissaria Ue alla salute Stella Kyriakides, riguarderà una procedura accelerata per il via libera ai farmaci già autorizzati e adattati alle nuove varianti che passerà necessariamente dall'aumento delle capacità di sequenziamento e di scambio di informazioni tra i sistemi sanitari nazionali.

Sul versante industriale - seguito da vicino dal commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, che insieme a Kyriakides guida la task force di contatto con i Ceo delle case farmaceutiche e gli Stati membri - Bruxelles spinge per una maggiore cooperazione tra pubblico e privato. E intende mettere in collegamento diverse aziende farmaceutiche in tutta Europa per ampliare la capacità e i volumi produttivi dell'Unione e garantire che la produzione non subisca più interruzioni.

"Accolgo con favore la notizia della richiesta di Johnson&Johnson all'Ema" per l'ok al "suo vaccino contro il Covid-19. La Commissione Ue sarà pronta a concedere l'autorizzazione non appena l'Ema fornirà un parere scientifico positivo. Vaccini più sicuri ed efficaci sono in arrivo". Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

Intanto i sindaci delle 14 città maggiori d'Italia (Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Bologna, Firenze, Genova, Venezia, Bari, Cagliari, Catania, Messina, Reggio Calabria) hanno incontrato il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri, per parlare della campagna di vaccinazione, delle criticità e per avanzare proposte. Al termine della riunione, presieduta da Antonio Decaro in qualità di presidente dell'Anci e di sindaco di Bari, è emersa la volontà di collaborare per la migliore riuscita possibile della campagna di vaccinazione. 

Una campagna, spiega una nota, che per essere di massa non potrà prescindere dal lavoro che i sindaci dovranno coordinare in ogni città media o grande. Decaro ha chiesto chiarezza sugli oneri: i sindaci offriranno gli impianti, le strutture per stabilire punti di vaccinazione, ma per servizi come pulizia e custodia, occorrerà far fronte a spese straordinarie che non potranno essere sostenute dai Comuni. Su questi punti, Decaro ha inviato una lettera alla neoministra agli Affari regionali e alle Autonomie locali, Gelmini. 

Sempre sul fronte vaccini una portavoce della Commissione europea ha detto che "Moderna ci ha annunciato qualche ritardo nelle consegne di febbraio, che saranno recuperate a marzo". Sulla trattativa che, secondo notizie circolate sulla stampa tedesca, sarebbe in corso per un contratto di preacquisto per ulteriori 150 milioni di dosi con l'azienda biotech americana Moderna (con cui l'Ue ha già un accordo per complessive 160mln di dosi) la portavoce ha risposto "non commentiamo sui negoziati in corso".

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