Cronaca

Scuola: Abruzzo, superiori in aula al 50% ma si invoca lo 'sciopero digitale'

Così più confusione che in Dad, dubbi su trasporti e tracciamento

Studente a casa segue le lezioni di scuola con la DAD (didattica a distanza)

Redazione Ansa

Lezioni in presenza al 50%, da oggi, in Abruzzo, per le scuole secondarie di secondo grado. Ma sono tante le voci contrarie alla riapertura parziale e a sostegno dello 'sciopero digitale' degli studenti di Pescara annunciato da 'Libera Associazione Studentesca', Cobas scuola, 'Priorità alla scuola' e 'Patto per l'Abruzzo resiliente'.

Questa mattina è previsto un presidio in Piazza Unione, davanti alla sede del Consiglio regionale, per rivendicare un tavolo permanente di confronto con la Regione e per un rientro a scuola del 100% degli studenti in condizioni di sicurezza.

"Sostengo in pieno l'iniziativa di studenti e associazioni - dice il consigliere regionale Antonio Blasioli (Pd) - occorre riaprire, ma va fatto in sicurezza: con un sistema di trasporti sicuro ed efficiente, strutturazione di presidi sanitari nelle scuole e confrontandosi con il mondo della scuola".

Anche Rifondazione Comunista, federazione di Pescara, sostiene lo 'sciopero digitale'. Mentre alunni e personale di infanzia, primaria e medie inferiori hanno continuato a rimanere in presenza. Dei 57.000 studenti abruzzesi delle superiori solo metà rientrerà in classe, gli altri resteranno in Dad. "La Regione e ciascuno dei Dipartimenti di Prevenzione delle 4 Asl quanto personale hanno dedicato per il tracciamento nelle scuole? E perché manca una pianificazione periodica dei test rapidi e sierologici per studenti e personale scolastico, come avviene per il personale sanitario? Tutte le scuole hanno attivato le commissioni covid? In quali condizioni sono gli autobus? Con quale frequenza sono assicurate pulizia e sanificazione?".

"Tornare nelle aule è pericolosissimo - dichiara il segretario regionale del sindacato Snals Carlo Frascari - siamo tutti convinti dei danni che provoca la didattica a distanza, tuttavia il ciclone della pandemia ha messo in luce le carenze strutturali del sistema scolastico e dei trasporti, che non possono essere risolte in pochi mesi. Da ciò la nostra convinzione che la riammissione in presenza (sia pure parziale) alle superiori ha il sapore di un azzardo fondato, sia a livello centrale sia periferico, su una scommessa politica o peggio ancora demagogica. Le rassicurazioni di Marsilio e dell'Ufficio scolastico Regionale non ci convincono, sia per la complessa organizzazione delle turnazioni al 50% (che investono anche i trasporti) sia per la scelta di non attendere almeno due settimane in una fase di nuovo aumento dei contagi. I danni provocati dalla mancata presenza sono almeno pari a quelli provocati da un'organizzazione temporanea e alternata della didattica che genera ansie e confusione tra alunni e docenti".
   
   

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