(ANSA) - TORINO, 6 DIC - Una rapina in un ufficio postale di
Torino commessa nel 2001, con il bottino calcolato ancora in
lire. Questo il caso su cui, dopo diciassette anni, è stato
chiamato a pronunciarsi il tribunale, dove il processo è ripreso
con la testimonianza di un investigatore "storico" della
questura di Catania. L'episodio inizialmente era compreso in una
vasta inchiesta, chiamata in codice Arcipelago Uno, condotta nel
2005 dalla polizia della città siciliana su gruppi legati al
clan Santapaola (84 indagati). Gli atti sulla rapina furono
stralciati e arrivarono a Torino nel 2014. L'imputato è un
catanese di 44 anni. "Questo processo - commenta il difensore,
l'avvocato Antonio Genovese - dimostra una volta di più che il
problema sono i tempi della giustizia e non la prescrizione, che
per questo reato è praticamente interminabile". Genovese, ex
componente della Camera Penale, afferma che il ddl Bonafede non
interviene sul funzionamento dei tribunali ma "fa propaganda al
più dissennato giustizialismo populista".
Rapina nel 2001, il processo è oggi
A Torino. Avvocato, 'ecco i veri problemi della giustizia'