Cronaca

Baobab: in 3 anni cacciati 22 volte, 'è una via crucis'

Accolti 80 migranti, "in tutto questo tempo nulla è cambiato"

Redazione Ansa

Ventidue sgomberi in poco meno di tre anni. E' la 'via crucis' del presidio di accoglienza del Baobab che offre assistenza ai migranti in transito nella Capitale. Il primo risale a dicembre 2016 quando i migranti e i volontari erano nel centro di accoglienza di via Cupa. L'intervento scattò a causa del "repentino deterioramento delle condizioni sanitarie che di sicurezza" spiegò la Questura. Da quel momento i migranti finirono per strada, in tende, in un infinito vagabondare e confortati anche da una gara di beneficienza tra i romani. "All'epoca c'era il commissario straordinario Tronca - ricorda Andrea Costa, coordinatore di Baobab Experience - che ci consentì di lasciare un 'hub informativo' a via Cupa.

E' quello che chiediamo anche adesso, ossia la possibilità di lasciare un gazebo fisso per dare informazioni ai migranti in transito. Ma al momento non abbiamo ricevuto risposta". Con la fine dell'esperienza di via Cupa il presidio umanitario del Baobab si spostò in strada, a poche centinaia di metri con una tendopoli in piazzale Maslax, alle spalle della stazione Tiburtina, dove ogni giorno vengono offerti pasti caldi, assistenza sanitaria e informativa ai migranti che arrivano in città. "Sono quasi 80mila i migranti che abbiamo accolto in tre anni", dicono dal Baobab.

Tra loro molte donne e moltissimi bambini. Il piazzale dove fino a stamani stazionavano i migranti è simbolicamente dedicato a Maslax Moxamed un ragazzo somalo di 19 ani che, transitato per Baobab nell'agosto del 2016, riuscì a raggiungere il Belgio ma fu rispedito indietro (era un 'dublinante' per cui la domanda d'asilo doveva farla nel primo paese d'ingresso, ndr) e finì in un centro di accoglienza vicino Roma per poi suicidarsi a marzo. "In questi anni non è cambiato nulla - dice Costa - Resta un vuoto istituzionale sul tema accoglienza, aggravato dal decreto sicurezza". Tra i progetti che il Baobab rilancia anche quello di spostare l'accoglienza all'interno "dell'ex istituto ittiogenico, un palazzo abbandonato in zona Tiburtina che era di proprietà della Regione a cui si pensò tre anni fa, ma l'idea nel 2015 poi si arenò". Ancora per il Baobab l'unica alternativa alla strada appare lo sgombero.

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