Cronaca

Tim: Dai capitani coraggiosi a Elliott,20 anni di svolte

Le battaglie per l'italianita' perduta, la public company di oggi

DAI CAPITANI CORAGGIOSI AL FONDO USA, TUTTE LE SVOLTE DI TIM

Redazione Ansa

La vittoria di Elliott apre un nuovo capitolo nella tormentata storia della Telecom 'privata'. Una storia iniziata nel 1997 e che ora, nelle intenzioni del fondo Usa, dovra' trasformare Tim in una public company retta da un cda indipendente e con il mercato a giudicare (ed eventualmente punire) i risultati del management. Si vedra' se questo nuovo assetto partorira' anche lo scorporo della rete e l'ingresso dello Stato nel suo capitale, come vorrebbero Elliott e il governo, ma su cui Vivendi e l'ad Amos Genish sono molto piu' cauti. Lo scontro tra il fondo attivista Usa e il gruppo francese di Vincent Bollore' arriva dopo che negli ultimi vent'anni il controllo azionario di Telecom e' passato piu' volte di mano, sempre senza Opa, privando la societa' di quella stabilita' che rappresenta uno dei presupposti per investire nel lungo periodo e gli azionisti di minoranza del premio di controllo riconosciuto al 'padrone' di turno. La forte presenza internazionale di Tim, oggi limitata al Brasile, ha subito un progressivo ridimensionamento mentre il debito scaricato sulle sue spalle dagli azionisti di controllo rappresenta ancora oggi un'eredita' problematica. All'origine dei problemi della Tim c'e', nel '97, la 'madre di tutte le privatizzazioni', incapace di creare un gruppo forte di azionisti stabili. Il 'nocciolino duro' individuato dal governo, con capofila la famiglia Agnelli e solo il 6,6% del capitale, si scioglie come neve al sole nel 1999 con l'Opa di Roberto Colaninno ed Emilio Gnutti, che godono dell'appoggio del governo D'Alema. L'opposizione del presidente Franco Bernabe', che cerca di fondere Telecom con Deutsche Telekom, fallisce. La gestione dei 'capitani coraggiosi' dura giusto un paio d'anni. Nel 2001 passano la mano al presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera e alla famiglia Benetton, incassando una plusvalenza di 1,5 miliardi per il loro 22%. La societa' continua a staccare lauti dividendi mentre la fusione Olivetti-Telecom e l'acquisto delle minorities di Tim ne aumenta la leva. Il 'piano Rovati', consigliere economico del premier Romano Prodi, che contiene il progetto di scorporo della rete, spinge nel 2007 Tronchetti alle dimissioni. L'italianita' di Telecom - su cui aleggiano gli appetiti di America Movil e di At&T - viene allora difesa da Telco la 'scatola' in cui Mediobanca, Intesa, Generali e Benetton convivono per alcuni anni con la spagnola Telefonica. I soci finanziari vogliono pero' disinvestire mentre l'integrazione con gli spagnoli trova un ostacolo nei problemi antitrust in Sudamerica. Nel 2014 Telefonica avvia il disimpegno passando il testimone a Vivendi che incrementa progressivamente la sua quota fino ad arrivare al 24%. Ma la gestione dei francesi, in cui non mancano i conflitti di interesse, attira l'attenzione di Elliott, che ingaggia una battaglia per cambiare il cda. Il resto e' cronaca.(ANSA)

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