Cronaca

Srebrenica, massacro davanti ai caschi blu olandesi

Trucidati oltre 8mila musulmani. Le responsabilità de L'Aja

Redazione Ansa

Nel luglio 1995 l'Europa visse una delle pagine piu' nere della sua storia recente: le truppe serbo-bosniache agli ordini del generale serbo Ratko Mladic irruppero nella cittadina di Srebrenica, assediata da tre anni, e in pochi giorni massacrarono piu' di 8 mila musulmani - 8.372 la cifra ufficiale - per lo piu' uomini e ragazzi mentre i caschi blu olandesi non alzarono un dito. E oggi, nel mezzo della crisi diplomatica tra Turchia e Olanda, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accusato gli olandesi di avere un "carattere marcio".

Il giorno precedente la caduta di Srebrenica, il 10 luglio, a causa dei bombardamenti, circa diecimila musulmani cercarono rifugio a Potocari, a sei chilometri da Srebrenica, nella base dei caschi blu olandesi. Il 12 luglio gli olandesi costrinsero i rifugiati a lasciare la base consegnandoli praticamente nelle mani dei carnefici. Al tramonto i serbi rastrellarono gli uomini che avevano cercato rifugio in un edificio di fronte all'accampamento dell'Onu. Il 13 luglio iniziò la mattanza.

Mentre migliaia di prigionieri venivano barbaramente uccisi, le Nazioni Unite non fecero nulla per impedirlo e il comandante del battaglione olandese, Thom Karremans, immortalato dalle telecamere, brindava con Mladic alla "brillante operazione militare" per la conquista di Srebrenica. Nel 2002 il governo olandese di Wim Kok presento' le dimissioni dopo che l'Istituto per la documentazione di guerra riconobbe la responsabilita' dei politici e dei caschi blu olandesi nel non aver saputo impedire il massacro.

Nel 2013 un verdetto della Corte suprema dei Paesi Bassi ha confermato la responsabilita' dell'Olanda nella causa intentata dall'ex interprete del battaglione olandese, Hasan Nuhanovic, per la morte del padre e del fratello. Secondo il domenicale britannico The Observer, sulla base di alcuni documenti recentemente declassificati, emergono gravissime responsabilita' anche dei governi dell'epoca di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna e delle stesse Nazioni Unite, che in nome della 'realpolitik' di fatto preferirono non irritare i serbi pur di raggiungere un accordo di pace, come avvenne puntualmente 4 mesi dopo, nel novembre del 1995, a Dayton.

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