Cultura

Gli autoscatti di Birgit Jrgenssen e Francesca Woodman a Merano

Redazione Ansa

Una doppia personale a Merano Arte dedicata a Francesca Woodman (1958–1981) e a Birgit Jürgenssen (1949-2003), due tra le più importanti esponenti dell'arte contemporanea. L'esposizione si terrà dal 27 giugno al 20 settembre. 

Lo spazio meranese accoglie l'opera di due grandi artiste venute a mancare repentinamente, a soli 22 anni nel caso della Woodman, a 54 anni in quello della Jürgenssen. 

Nonostante Francesca Woodman e Birgit Jürgenssen non si siano mai incontrate, numerosi sono i parallelismi possibili tra le loro opere: la messa in scena del soggetto, la fragilità dell'esistenza umana e soprattutto il confronto critico con la tematica del corpo femminile nell'espressione artistica.  Le fotografie realizzate dalle due artiste sono state scattate nella sfera protetta dell'atelier, solitamente utilizzando l'autoscatto. Entrambe si sono avvalse di pratiche di matrice surrealista per emancipare il loro linguaggio espressivo e hanno utilizzato il corpo come strumento formale per interrogare e mettere in discussione il proprio essere e la propria identità, ma anche per delineare una nuova immagine della donna. Il corpo, infatti, è concepito tutt'altro che come ‘natura’ o ‘oggetto sessuale’, è ‘opera d'arte’ in sé.

Mosse da un'urgenza espressiva che le ha spinte a sperimentare mettendosi in gioco e ritraendosi in prima persona, spesso nude, altre volte travestite, le due artiste hanno interrogato i tratti più reconditi della psiche umana, tentando di cogliere non una testimonianza "esterna", quanto uno stato d'animo complesso e tutto interiore, dalla forza e delicatezza tipicamente femminili.

La rassegna a Merano Arte proporrà 75 fotografie, in bianco e nero, di cui 20 esemplari vintage, mai esposti in Italia, accompagnate da alcune rare diapositive a colori e un video, che approfondiranno la poesia e l'ambito metaforico che caratterizza il singolare linguaggio dell’artista americana.
Francesca Woodman ha realizzato le sue opere nel corso di un periodo creativo di soli 8 anni, dal 1973 al 1981, riuscendo a esplorare varie tematiche che hanno contraddistinto il corso della storia dell'arte contemporanea: la soggettività femminile, la fotografia concettuale, la performance e la scoperta del corpo come espressione artistica.

La mostra è a cura di Gabriele Schor, direttrice della COLLEZIONE VERBUND, a Vienna

 

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