Cronaca

Il giuramento delle nuove guardie del corpo di papa Francesco

Parolin a Guardie Svizzere, vocazione e non mestiere

Redazione Ansa

Si è svolto oggi il solenne giuramento delle 32 nuove guardie sulla bandiera del corpo davanti a mons. Giovanni Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato. Tra loro 24 sono di lingua tedesca, 7 di lingua francese e uno di lingua italiana.

La mano sinistra sulla bandiera e la destra alzata con le tre dita aperte, quale simbolo della Trinità: le 32 giovani guardie svizzere hanno giurato nel cortile di San Damaso. Festa grande in Vaticano per i giovani alabardieri, tutti in uniforme di gran gala, che hanno giurato di servire "fedelmente, lealmente e onorevolmente" il Papa "sacrificando, ove occorra, anche la vita". E proprio partendo da queste parole del giuramento il comandante Graf ha sottolineato: "Vista la situazione di tensione internazionale" il giuramento "esige grande convinzione. La questione sicurezza non va sottovalutata. Per questo con coscienza e fedeltà svolgiamo il compito che c'è stato dato 500 anni fa" quello di difendere il Papa.

Il giuramento è avvenuto oggi, in ricordo di quel 6 maggio 1527, il Sacco di Roma, nel quale 147 guardie svizzere persero la vita per difendere il Papa dai lanzichenecchi. A salutare il corpo militare c'era monsignor Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato Vaticana. In una cerimonia che si è tenuta prima del giuramento Becciu ha ricordato come la festa della guardia svizzera sia una delle più suggestive nella Città del Vaticano, "piccolo Stato che vanta la plurisecolare presenza di un esercito di giovani proveniente dalla nobile nazione elvetica".

Becciu ha anche assegnato alcune onorificenze spiegando: "Si tratta di distinzioni assegnate a singoli, ma che costituiscono un segno della riconoscenza e dell'apprezzamento del Santo Padre nei confronti di tutto il Corpo". Nel cortile di San Damaso, affollato di parenti ed amici dei giovani militari, erano presenti autorità svizzere e diversi cardinali tra i quali Gerhard Mueller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro; presenti anche il cappellano del corpo militare ed il prefetto della Casa Pontificia, monsignore George Gaenswein.

"Compito della guardia non è un mestiere, ma una missione, non un lavoro, ma una vocazione". Lo ha detto il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin nella messa celebrata alla vigilia del giuramento delle nuove reclute della Guardia Svizzera Pontificia. Il porporato - riferisce Radio Vaticana - ha incoraggiato le nuove Guardie Svizzere a non accontentarsi "delle cose mediocri, effimere" e ad impegnarsi "con l'entusiasmo dei giovani per le cose grandi, vere, per il Signore, che è la sorgente e il fondamento di tutto".

Il Papa aveva ricevuto le Guardie lunedì in udienza, aveva visitato il quartiere svizzero, a sorpresa, il primo maggio, e oggi, nell'udienza generale, ha salutato le famiglie delle 32 nuove reclute. Le Guardie hanno giurato nel pomeriggio, nel Cortile di San Damaso in Vaticano, nel giorno in cui si commemora la morte di 147 soldati elvetici caduti in difesa del Papa nel Sacco di Roma, nel 1527.

"Prestando il vostro prezioso servizio - ha detto sempre il cardinale Parolin nella messa di questa mattina - non contano solo le vostre capacità e competenze, pure importanti. Il fondamento portante, la base, è la fede nella presenza e nell'aiuto del Signore, solo con Cristo il servizio porta crescita e da frutto, altrimenti sarebbe un funzionamento da macchina senza vita senza crescita e senza futuro". 

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