Cronaca

Scuola, aula digitale e lavagna sul comodino, oggi si studia così

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Redazione Ansa

   A Chieti un esempio di come la tecnologia può migliorare la motivazione allo studio. Un modo per eliminare la vecchia lezione 'frontale'. E il docente diventa compagno di apprendimento. 

   Una E-Board accanto alla tradizionale lavagna, un server per la connessione, un tablet per l'insegnante e uno per ciascuno dei 27 alunni: così la tecnologia migliora la motivazione allo studio nella "classe rovesciata", senza lezione frontale, con i ragazzi che consultano online materiali messi a disposizione dai docenti e fanno domande per approfondire. Accade a Chieti nella prima D della Secondaria di I grado dell'Istituto Comprensivo n.3, una delle scuole inserite nel Progetto di sperimentazione nazionale "Samsung Smart Future" e una delle 5 in Italia della sperimentazione "scuola in ospedale", iniziativa che a Chieti coinvolge la Clinica Pediatrica universitaria diretta dal professor Francesco Chiarelli.

   "Il progetto - spiega il dirigente scolastico Paola Di Renzo - nasce dal partenariato tra Samsung e il Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media, all'informazione e alla Tecnologia (Cremit) dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. E' inserito nell'ambito delle azioni di Corporate Social Responsability di Samsung e coinvolge una trentina di scuole del primo ciclo di istruzione". Nessun costo per la scuola: Samsung ha dotato l'istituto di tutto l'hardware e software necessario per allestire la "smart classroom", un'aula digitale nella quale i ragazzi della prima D, che frequentano il tempo pieno, prelevano da Dropbox i materiali forniti dai docenti, discutono con loro e tornano a casa senza dover fare i compiti. "Ci si appassiona al sapere utilizzando metodologie didattiche quali la classe rovesciata (flipped classroom) e la strutturazione di interventi didattici per episodi di apprendimento situato (Eas)" spiega la professoressa Anna Genovese, coordinatrice del consiglio di classe.

  Riguardo alla scuola in ospedale: ci sarà un tablet per ogni bimbo ricoverato che potrà così avere la "lavagna sul comodino" e dialogare con la propria classe durante la degenza. Il progetto è coordinato dal professor Gianfranco Puddu e coinvolge un intero consiglio di classe, 12 docenti, 27 alunni della Secondaria di I grado "V. Antonelli" e due docenti della scuola in ospedale. 

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