Cronaca

Ruby: Pg ricorre in Cassazione annullare assoluzione Berlusconi

Depositato a Milano ricorso, entro estate fissata data udienza

Ruby: Pg ricorre in Cassazione annullare assoluzione Berlusconi

Redazione Ansa

Ora la parola sulle sorte di Silvio Berlusconi in qualità di imputato per il caso Ruby passerà alla Cassazione. Come era prevedibile, infatti, il sostituto procuratore generale di Milano Piero De Petris ha presentato il ricorso per chiedere di annullare la sentenza con cui lo scorso luglio i giudici di secondo grado hanno mandato assolto con formula piena il leader di Forza Italia. L'atto di impugnazione, una sessantina di pagine si presume su questioni di diritto, è stato depositato questa mattina alla cancelleria centrale penale della Corte d'Appello e solo lunedì, quando sarà trasmesso alla seconda sezione, quella davanti alla quale si è celebrato il processo, dovrebbe essere disponibile per la difesa. La Suprema Corte poi, verosimilmente entro la prossima estate, dovrebbe fissare la data dell'udienza nella quale sarà discusso il procedimento e si deciderà se dichiarare inammissibile o rigettare il ricorso e quindi assolvere definitivamente l'ex premier dalle accuse di concussione e prostituzione minorile o, come ha chiesto il pg De Petris, annullare il verdetto e rinviare gli atti di nuovo ai giudici milanesi per un nuovo dibattimento di secondo grado.

Lo scorso 18 luglio, la Corte d'Appello presieduta da Enrico Tranfa (il quale il giorno del deposito delle motivazioni della sentenza si è dimesso dalla magistratura perchè in disaccordo con gli altri due componenti del collegio), ha assolto Berlusconi dando per certo che Ruby si sia prostituita ad Arcore durante le serate in cui è andato in scena il "Bunga-Bunga", e che tra lei e il padrone di casa ci siano stati "atti di natura sessuale retribuiti". In questo quadro però, in sintonia con le tesi della difesa, ha ritenuto non solo che non sia stato provato che l'ex premier conoscesse la vera età della ragazza, ai tempi non ancora maggiorenne, ma anche la mancanza di elementi per arrivare a concludere che l'ex premier, "preoccupato" del rischio di "rivelazioni compromettenti" sui presunti festini, quando telefonò alla Questura di Milano per ottenere il rilascio della giovane marocchina fermata per furto, abbia minacciato o intimidito i funzionari di polizia che si occuparono del caso. Il sostituto procuratore generale De Petris, al termine della sua requisitoria, aveva invece chiesto la conferma della condanna a sette anni di carcere inflitta in primo grado all'ex capo del Governo in quanto, stando alla sua ricostruzione, avrebbe fatto pressioni sui poliziotti al punto da "ordinare" loro con una "minaccia implicita" la consegna di Ruby al "consigliere ministeriale regionale presso la Presidenza del Consiglio" Nicole Minetti. Un comportamento, come lo aveva definito il pg in aula, "fortemente intimidatorio" che avrebbe dimostrato la "piena consapevolezza" dell'ex premier della "minore età" della ragazza e del "pericolo che poteva rappresentare". E ciò perché, secondo il sostituto procuratore generale, era "certa la sua attività di prostituzione" ad Arcore e in base a quanto emerso dalle carte processuali, era provato che la giovane avesse avuto rapporti sessuali con Berlusconi. Ora, con il deposito del ricorso della Procura Generale, la parola passa alla Cassazione.

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