Cronaca

Ebola, la moglie del medico: 'Basta con circo mediatico'

Famiglia preoccupata; 'Parliamo con lui soltanto attraverso sms'

Ebola, la moglie del medico: 'Basta con circo mediatico'

Redazione Ansa

"Non si specula così sulle persone: basta a questo circo mediatico. A noi interessa soltanto la salute di mio marito". Così la moglie del medico siciliano che ha contratto il virus Ebola prova a mettere ordine nelle convulse giornate che hanno seguito l'arrivo a casa della notizia della malattia che colpito suo marito. E' una donna forte e determinata che ha due obiettivi: "avere notizie certe sulla salute" del 'paziente' e "proteggere la privacy" della sua famiglia. Per questo ha deciso di "non partire ancora per Roma", dove nell'ospedale Spallanzani c'è ricoverato il padre delle loro due figlie. "Siamo rimasti a casa - conferma al telefono - perché al momento non è possibile incontrare mio marito. E poi c'è troppo clamore mediatico attorno alla vicenda. Preferiamo evitare i giornalisti. A noi - ribadisce - interessa soltanto avere notizie certe sulle sue condizioni di salute e sul suo percorso verso la guarigione".
   
"Comunica con noi con Sms,'messaggia' con mia figlia, ma non abbiamo ancora sentito la sua voce", dice con uno stato d'animo a metà strada tra chi ha avuto notizie, ma non ancora tutte. E teme di averne di cattive. Il particolare di non poterci parlare direttamente crea delle ansie perché, osserva, "potrebbe significare che ancora non sta bene". Un motivo in più, quindi, per lei e le loro due figlie, di "sperare di poterlo vedere al più presto" e cancellare così "la preoccupazione che ancora c'è", mettendo anche in conto "l'ignoranza della gente sulla malattia e su come si trasmette". "Siamo in contatto con la Farnesina e il ministero della Salute - aggiunge la donna - e appena sarà possibile andremo a Roma a trovarlo".
   
Lui è "un bravo medico infettivologo, attento alle novità professionali e al quale è sempre piaciuto il suo lavoro", sottolinea un suo collega d'ospedale. "Ha voluto fare questa esperienza - ricorda - e ha preso tre mesi di permesso. E' stato in Kurdistan e poi in Sierra Leone perché la situazione in quell'aera si era aggravata. Sarebbe dovuto tornare venerdì prossimo". E' in contatto, via Sms, con lui e lo trova "sereno" affrontare "bene la situazione". Il suo direttore sanitario si dice "in allerta per il collega", e di "seguire con attenzione il decorso della sua malattia", che sarebbe al 5-6/o giorno. "Non è gravissimo - chiosa con ottimismo - e siamo fiduciosi perché è in cura allo Spallanzani, struttura all'avanguardia per questo tipo di patologia". (ANSA).
   

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