Cronaca

Violenza donne: norme ok, ora comunità recupero uomini

Funzionario Ps, serve trattamento obbligatorio. Educare a scuola

Violenza donne: norme ok, ora comunità recupero uomini

Redazione Ansa

Sono ancora molte, troppe, le donne vittime di violenza, anche se i numeri del femminicidio decrescono e aumentano le denunce. Le norme approvate in questi anni hanno aiutato a contrastare il fenomeno ma "non abbiamo ancora voltato pagina". A descrivere una realtà fatta di chiaro scuri è Maria Carla Bocchino, responsabile della divisione analisi violenza domestica del Servizio centrale operativo della Polizia, che rileva, come a fronte di una sensibile diminuzione degli omicidi in totale, anche i femminicidi siano in calo ma in percentuale nettamente minore "La sensibilità nei confronti della violenza di genere è cresciuta - spiega - gli strumenti per contrastarla ci sono, ma il fenomeno è più difficile da estirpare di quanto si pensi perché il tacere, il subire, la convinzione di riuscire a cambiare l'altro, il tentativo di tenere unita la famiglia, sono radicati nella donna. Così come nell'uomo, spesso, non c'è piena consapevolezza dei comportamenti vessatori, della violenza fisica e psicologica messa in atto".

Dunque, secondo l'esperta, gli obiettivi da raggiungere ora sono "l'aumento dei centri antiviolenza, anche residenziali dove le donne, dopo aver denunciato, possono trovare accoglienza e il trattamento obbligatorio per gli uomini maltrattanti". Maria Carla Bocchino ipotizza una sorta di "comunità di accoglienza, simili a quelle per i tossicodipendenti, che si basino sull'auto aiuto: chi è riuscito a superare i suoi problemi di violenza aiuta l'altro che ne è ancora vittima". "La legge ora prevede che l'uomo possa scegliere di sottoporsi al trattamento - aggiunge la funzionaria - credo che invece il legislatore avrebbe fatto bene a deciderne l'obbligatorietà, anche tutelando meno le garanzie del singolo". C'e' molto ancora da fare anche nella prevenzione e per questo la Polizia si sta impegnando con l'educazione nelle scuole, a partire dalla scuola d'infanzia dove insegnare il rispetto reciproco e la convivenza civile. "Proprio in occasione del 25 novembre giornata contro la violenza alle donne - prosegue Maria Carla Bocchino - saremo tra i ragazzi per rispondere alle loro domande sul tema e far circolare il più possibile l'informazione". Infine, tra le cose ancora da fare, "c'è da ripristinare - dice ancora - quel controllo sociale che una volta svolgevano i vicini. Non si deve far finta di non sentire le urla, i pianti che provengono dall'appartamento vicino, si deve denunciare, solo così si potrà far emergere ciò che altrimenti non potremmo scoprire mai".

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