Cronaca

Morto il genio della matematica diventato eremita

Grothendieck, suo exploit aver risolto in pochi mesi 14 problemi

Alexandre Grothendieck il 'matematico eremita' in una foto pubblicata da Wikipedia

Redazione Ansa

Era una delle più brillanti menti matematiche del XX secolo, ma da oltre vent'anni viveva isolato in un villaggio dei pirenei francesi, nel segreto e nel silenzio. E' morto questa mattina a 86 anni Alexandre Grothendieck, il 'matematico eremita', genio della geometria algebrica appassionato dei legami tra filosofia e numeri, che abbandonò la comunità scientifica e la vita pubblica in polemica con le sue istituzioni.

Nato nel marzo del 1928 a Berlino da una famiglia di ebrei russi, madre giornalista e padre fotografo e militante anarchico, Grothendieck arrivò in Francia alla fine della degli anni Trenta, in fuga dal regime nazista. Internato durante l'occupazione tedesca, alla fine della guerra riuscì a diplomarsi ed entrare all'Università di Montpellier. Qui, alcuni anni dopo, realizzò il primo exploit della sua carriera, risolvendo in pochi mesi i 14 problemi che due dei suoi docenti, i grandi matematici Laurent Schartz e Jean Dieudonné, gli avevano assegnato come ricerca di tesi da svolgere in almeno un paio di anni accademici.

Negli anni successivi insegnò in Brasile e poi negli Stati Uniti, per poi rientrare in Francia, accompagnato da una reputazione di mente geniale anche se atipica, ed entrare a far parte dell'Istituto degli alti studi scientifici (Ihss), centro di ricerca privato fondato pochi anni prima da un ricco industriale. Qui, Grothendieck si concentrò sulla geometria algebrica, realizzando studi e organizzando conferenze che, secondo il parere unanime degli esperti, rivoluzionarono il campo di studi, trasformandolo in una celebrità.

Negli anni Settanta, però, arriva la rottura. Pacifista convinto e militante ecologista radicale , il matematico rifiuta di continuare a lavorare per l'Ihss quando scopre che è in parte finanziato dal ministero della Difesa. Nei primi anni Ottanta lavora ancora prima all'Università di Montpellier e poi al Centro nazionale di ricerca scientifica (Cnrs), ma la sua insofferenza per le istituzioni e i metodi della comunità scientifica è ormai evidente. Così, nel 1990 Grothendieck decide di ritirarsi dalla vita pubblica e si rifugia sui Pirenei, nel villaggio di Lasserre, un agglomerato di poche case che ospita meno di 200 abitanti. Qui, nel silenzio e nell'isolamento più totale, continua le sue riflessioni sulla matematica, la geometria e il loro valore filosofico. Di lui resta una fama di mente geniale, in perenne ricerca dell'assoluto, e un'eredità che nel campo della matematica è giudicata inestimabile. Ma anche un "tesoro scientifico" nascosto, su cui da decenni circolano storie fantasiose: migliaia di pagine di appunti e calcoli, raccolte in cinque scatoloni, che affidò agli archivi dell'Università di Montpellier intimando che non fossero mai resi pubblici.

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