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La tirannia del merito. In Cattolica la lezione del filosofo Michael Sandel

Il professore della Harvard University interverrà nell’ambito del ciclo di conferenze "Un secolo di futuro: l’Università tra le generazioni". Al termine dialogherà con Romano Prodi

"La tirannia del merito"

Redazione Ansa

Un filosofo popolare come una rockstar. Michael J. Sandel, professore alla Harvard University, porta avanti da tempo una riflessione sul merito nei suoi libri su giustizia, democrazia, etica e mercato tradotti in più di 30 lingue.

Il filosofo politico e morale statunitense interverrà giovedì 5 maggio all’Università Cattolica del Sacro Cuore nell’ambito del ciclo di conferenze “Un secolo di futuro: l’Università tra le generazioni”, l’iniziativa promossa dall’Ateneo in occasione del Centenario. The Tyranny of Merit: Can We Find the Common Good?, questo il titolo della lecture che si terrà, alle ore 18.00, in presenza nell’Aula Magna.

Introdurrà la lezione il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli.

 

 

Dopo la lecture Romano Prodi, presidente Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli, dialogherà con Michael Sandel su alcuni aspetti emersi durante la conferenza.

Secondo Sandel la meritocrazia è il mito della società dei consumi neo-liberista. Ma il successo è sempre figlio del merito? «Ingeneroso verso i perdenti e opprimente per i vincitori» il merito può diventare «un tiranno». Scrive il filosofo: «Negli ultimi anni la globalizzazione guidata dal mercato e la concezione meritocratica del successo, messe assieme, hanno sciolto i legami morali».

Sandel invece rimette al centro della società il bene comune: «Soltanto nella misura in cui dipendiamo dagli altri e riconosciamo questa dipendenza abbiamo ragione di apprezzare il loro contributo al nostro benessere collettivo».

Il filosofo ha sviluppato queste idee controcorrente mettendo in discussione il sistema universitario americano. Dopo la pandemia e la crisi globale in corso, qual è oggi il ruolo dell’Università? Consegnare alla società professionisti dediti esclusivamente alla propria carriera o cittadini responsabili e consapevoli di dover di restituire quanto ricevuto al bene comune? È in gioco un radicale ripensamento del legame sociale.

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