Sicilia

Salute: a Ragusa incontro su follow-up neonato a rischio

Organizzata da neonatologia ospedale "Giovanni Paolo II" e Asp

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 22 GIU - "Follow-up del neonato a rischio, rete ospedale-territorio" è il titolo della tavola rotonda organizzata per domani pomeriggio, nel centro polifunzionale, dall'unità di neonatologia dell'ospedale "Giovanni Paolo II" di Ragusa, diretta da Vincenzo Salvo, con il supporto della direzione strategica dell'Asp di Ragusa. "Sarà l'occasione - si legge in una nota dell'azienda sanitaria - per presentare l'attività dell'ambulatorio dedicato al Follow-up del neonato a rischio e per promuovere le azioni e le attività necessarie all'integrazione tra i vari professionisti che intervengono nel percorso di cura del neonato patologico, al fine di offrire al bambino e alla sua famiglia un servizio multidisciplinare". "I progressi nelle cure perinatali, in questi ultimi decenni - dice il direttore della neonatologia Vincenzo Salvo - hanno portato a un miglioramento della possibilità di sopravvivenza dei neonati ad alto rischio, con un aumento purtroppo delle morbosità e comorbidità. Infatti, i bisogni assistenziali dei nati pretermine o dei neonati patologici - asfittici, sindromici, affetti da patologia cronica,. - non si esauriscono al momento della dimissione dalla unità di terapia intensiva neonatale, ma, al contrario, la restituzione alle cure genitoriali segna l'inizio di una nuova fase assistenziale. In questo contesto, - prosegue - i programmi di follow-up del neonato a rischio sono diventati un indice di 'best practice' delle attività assistenziali offerte dalla terapia intensiva neonatale, oltre che un diritto dei nati pretermine".
    L'obiettivo del follow-up del neonato a rischio è focalizzato, attraverso un approccio multidisciplinare - neonatologo, neuropsichiatra infantile, fisiatra, neuropsicologo, cardiologo pediatra, otorino, oculista, terapisti della riabilitazione - alla diagnosi precoce delle patologie a cui questi bambini sono più esposti. L'ambulatorio deve fungere da nodo di collegamento tra la famiglia, il pediatra di famiglia e i vari specialisti coinvolti, al fine di offrire un servizio multidisciplinare organizzato e integrato che possa migliorare la qualità di vita dei bambini e delle loro famiglie. (ANSA).
   

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