Sicilia

Successo per 'Le pecheurs des perles' al Massimo di Palermo

Teatro sold out e applausi al maestro Gabriele Ferro sul podio

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 15 APR - Teatro sold out per il debutto al Teatro Massimo di Palermo de "Les pecheurs des perles" di Georges Bizet, che torna in scena dopo più di 60 anni. Grande curiosità per quest'opera scritta a soli 24 anni e che nessuno a Palermo aveva mai ascoltato nella sua versione originale. Cast di grande rilievo: Dmitri Korchak, Federica Guida e Alessandro Luongo Una produzione che arriva dall'Opera du Capitole di Tolosa ed è firmato da Angelo Smimmo, che ha riadattato la regia di Thomas Lebrun. Le palme si spingono fino al mare, il regno dei pescatori che si immergono fino a profondità inaudite per trovare quelle particolari ostriche che producono le perle sono la parte centrale della scena firmata da Antoine Fontaine, che presenta un sistema di palafitte che alludono alla povertà della gente di Ceylon. Tutto parla dell'isola di Ceylon, e soprattutto i coloratissimi costumi di David Belogou, una folla di colori, e quando il coro entra in scena produce una overdose visiva non sempre gradita al pubblico. Ma il lavoro più lungo e difficile lo ha fatto Gabriele Ferro, il direttore d'orchestra che ha registrato il suo secondo grande successo in una settimana, prima un meraviglioso "Stabat Mater" di Rossini e ieri sera per "Les pecheurs", alleggerita la partitura da qualche pesantezza sonora, ha condotto con mano sicura quella che per anni è stata la sua orchestra. Il primo atto è forse il più bello, contiene infatti l'aria celebre del tenore "Je crois entendre", magistralmente eseguita da Korchak e il duetto: "Au fond du temple saint", applaudito a scena aperta. La palermitana Guida affronta una prova difficile e la supera con energia e il suo costume stellato è adornato come una regina orientale, accanto al basso Ugo Guagliardo nel ruolo di Nourabad. In fondo l'opera che non meritava tanti anni di silenzio è una fiaba a lieto fine, dove il coro, diretto da Salvatore Punturo, ha un ruolo dominante, cui Bizet affida una linea di canto davvero molto alta e difficile. Ma il regista Smimmo è un coreografo e riprende il lavoro di Lebrun, altro coreografo. Era inevitabile che il corpo di ballo fosse presente e con leggerezza si inserisce nella favola. Alla fine grandi applausi per tutti. Si replica fino al 21 aprile. (ANSA).
   

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