(ANSA) - PANTELLERIA, 11 APR - Non si può pensare a
Pantelleria senza immaginarla con gli splendidi terrazzamenti,
la sua agricoltura eroica e i muretti a secco che disegnano uno
skyline unico nel suo genere. Se la si guarda da un lato o
dall'altro l'isola 'perla nera' del Mediterraneo è segnata da
centinaia di metri di muretti a secco che delimitano strade
urbane, sentieri pedonali e gli appezzamenti di terreno che gli
abitanti dell'isola hanno messo in produzione con vigneti,
uliveti o piccoli orti.
Stefano Gamba, 61 anni, isolano, che i muretti a secco li sa
fare dice: "Si deve essere bravi a scegliere le pietre migliori,
spaccarle e poi comporle, l'una sopra l'altra, trovando un
incastro naturale affinchè si sorreggano l'una con l'altra. Oggi
i giovani vanno tutti via dall'isola e nessuno impara più
quest'arte che sta scomparendo". Nella nomenclatura dei
mestieri, in effetti, non esiste il mastro di muretti. "Sono
stati gli stessi agricoltori a imparare come fare - spiega
Battista Belvisi, 50 anni, agricoltore della contrada Buggeber -
io ricordo che finivo di fare i compiti di scuola e mi mettevo a
fianco a mio padre per imparare come si alzavano i muretti". Dai
nonni hanno imparato i figli e poi anche i nipoti. Non c'è un
manuale per farli - dice Battista - Questo corso è un segnale
di speranza sono fiducioso e mi auguro che si ritorni a essere
più contadini, con più umiltà, e a farlo non solo per interessi
economici".
L'arte nel fare i muretti a secco dal 2018 è patrimonio
immateriale dell'Unesco, riconoscimento avvenuto 4 anni dopo
quello assegnato per la coltivazione della vite ad alberello.
(ANSA).
L'arte dei muretti a secco a Pantelleria, ora c'è un corso
Sull'isola ci sono circa 12.000 km di barriere in pietra