Sicilia

L'acchianata notturna dei fedeli di Santa Rosalia in video

"I Triunfi" riprende un popolo in cammino verso cima montagna

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 22 MAR - Dal buio affiorano figure umane di adulti e di bambini poi inghiottiti di nuovo dall'oscurità, un popolo che si muove verso la cima della montagna. E' il percorso che diviene racconto, non la partenza o l'arrivo. Persone in cammino, a grappoli, a piccoli gruppi, che illumina qualche metro di una oscurità che avvolge, che sovrasta. Sono i protagonisti de "I Triunfi di Palermo", una installazione video realizzata con immagini girate a infrarosso dal regista Salvo Cuccia nelle notti dal 3 al 7 settembre 2001 durante la tradizionale acchianata su Montepellegrino per il pellegrinaggio al Santuario di Santa Rosalia. E' un documento storico di grande impatto visivo che verrà proiettato a ciclo continuo da oggi a Palazzo Branciforte, nell'ambito del progetto "Rosalia400", promosso dalla fondazione Sicilia, in occasione della ricorrenza giubilare dei 400 anni dal ritrovamento delle spoglie della Patrona di Palermo. Nel video scorrono i volti e le sagome dei palermitani che si recano a rendere omaggio alla Santuzza in una epifania di corpi e voci, echi, passi. Ectoplasmi che svaniscono nel buio della notte così come appaiono e si manifestano. Tutto fa parte del teatro vivente di Palermo. "E' un popolo che cerca qualcosa nel buio. - dice Cuccia - E in questo movimento continuo e compulsivo gioia e dramma si fondono. Le voci diventano coro e a intervalli irregolari ne emerge una in primo piano, è la voce di Santina, una ex prostituta che in quegli anni viveva in una roulotte alle falde di Montepellegrino. La sua non è una preghiera ma un lamento, è una invettiva contro i politici, è il racconto della sua vita, della sua malattia e della sua condizione economica e mentale. Il suo lamento è il lamento eterno di una città e di un popolo, condensa in sé ciò che è Palermo e la incarna totalmente". Da qui il titolo "I Triunfi" perché rifacendoci alla tradizione, questa voce, queste voci, diventano canto, sebbene in altro modo. (ANSA).
   

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