Sicilia

Giudici,nessuna prova che patrimonio Dell'Utri sia inquinato

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 21 MAR - "Nessun elemento concreto depone per ritenere tutte le entrate di Marcello Dell'Utri (dunque anche quelle derivanti dallo svolgimento di attività professionale presso le società del gruppo imprenditoriale riconducibile a Silvio Berlusconi, e finanche gli emolumenti per la carica di parlamentare) illecite in quanto derivanti da una sorta di 'inquinamento' genetico". Lo scrive il tribunale di Palermo nel respingere la richiesta di confisca del patrimonio dell'ex senatore di Fi Marcello Dell'Utri.
    "Anche volendo valorizzare le condotte delittuose giudizialmente accertate (il ruolo di mediazione assunto da Dell'Utri nelle richieste estorsive veicolate da Cosa nostra a Berlusconi), - spiegano i magistrati - non può giungersi alla conclusione secondo cui anche i rapporti di lavoro e di collaborazione fra Berlusconi e Dell'Utri (e finanche l'attività politica svolta da quest'ultimo nel partito fondato dal primo) sarebbero radicalmente inquinati, e addirittura ottenuti dal proposto solo grazie ad un indimostrato condizionamento subito da Berlusconi (e di cui, peraltro, mancherebbe un accertamento giudiziale)".
    "Tale conclusione, infatti, oltre che estremamente semplicistica e indimostrata, - concludono i giudici - si scontra con la successiva evoluzione dei rapporti fra i due e con il più volte rinnovato (finanche nelle proprie disposizioni testamentarie, come notorio) senso di amicizia e riconoscenza mostrato da Berlusconi nei confronti di Dell'Utri e posto alla base degli ingenti flussi finanziari veicolati in suo favore" (ANSA).
   

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