Sicilia

Venezi sul podio dopo le polemiche, nessuna contestazione

Concerto a Palermo all'insegna della compostezza e sobrietà

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 03 FEB - Parola d'ordine: sobrietà, compostezza, misura. Al concerto della Foss di ieri sera al teatro Politeama di Palermo, che per la seconda volta ha visto sul podio Beatrice Venezi, chi si aspettava una coda delle polemiche e le contestazioni dei giorni scorsi, è rimasto deluso. Tutto si è svolto secondo un collaudato copione. Il pubblico ha applaudito compostamente un programma veramente audace: la sesta sinfonia di Cajkovskij e la sesta di Shostakovic. Due sinfonie russe per grandi bacchette, tali sono le difficoltà interpretative che presentano.
    La Venezi si è presentata in pantalone nero e camicia bianca, capelli legati, niente svolazzi, con buona pace di Virginia Raffaele. Quella che chiamiamo "La Patetica" è l'ultimo capolavoro del genio russo, il suo testamento, anzi il Requiem scritto per se stesso. Cajkovskij sapeva di dover morire. La scelta che gli era stata proposta era chiara: prendere il veleno o accettare il giudizio del Gran Giurì con il disonore più clamoroso. Cajkovskij era omosessuale e in quei mesi si era intrattenuto con il figlio diciasettenne di un conte molto vicino allo Zar. Diresse la sua ultimo sinfonia che esprime tutta la temperie drammatica degli ultimi giorni e dopo una settimana prese il veleno. Per escludere l'ipotesi del suicidio, la famiglia disse che per errore aveva bevuto acqua contaminata dal colera. Nel primo e nel quarto movimento della sinfonia tutto questo è chiarissimo, il ricordo di tutta una vita, la sofferenza e infine il lentissimo abbandono della vita e della sua amata campagna russa.
    L'orchestra sinfonica siciliana al completo, 85 elementi, suona con buona competenza e la Venezi dimostra di conoscere bene la partitura. Quello che manca è la dolcezza amara dell'ultimo movimento, il gesto è sempre abbastanza coreografico, magniloquente. Una buona prova, ma senza la necessaria emozione, anzi commozione. Per essere chiari, si ricorda ancora la direzione di Valery Gergiev qualche anno fa per Radio France, con le lacrime che comparvero al quarto movimento. Più a suo agio la direttrice con la sesta sinfonia di Shostakovic, colta nella sua potenza, ma anche nella sua ironia.
    (ANSA).
   

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