Sicilia

Bitume, la rigenerazione attraverso l'arte a Ragusa in un libro

Volume della Fondazione Federico II racconta storia picialuori

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 09 MAG - L'archeologia industriale diventa arte, storia e memoria pubblica. È il progetto che racconta Bitume, un volume edito dalla Fondazione Federico II che sarà presentato a Palermo domani, mercoledì 10 maggio, a Palazzo Reale dalla direttrice Patrizia Monterosso. In collaborazione con Vincenzo Cascone e la prefazione di Marco Steiner, il libro racconta la rigenerazione attraverso l'arte dell'ex fabbrica di materiale bituminoso di contrada Trabuna a Ragusa. Lo stabilimento di quasi 150 mila metri quadri è la testimonianza di un passato produttivo di Ragusa di cui sono stati protagonisti i picialuori, gli operai che estraevano e trattavano la pietra pece utilizzata prima per la costruzione di palazzi nobiliari e chiese barocche, poi come idrocarburo e soprattutto come asfalto.
    Nel 2020 l'area dell'ex fabbrica è stata trasformata attraverso le opere di 31 artisti provenienti da ogni parte del mondo: da Caracas a Berlino, da Mosca a Ragusa, da Madrid ad Atene. Qui, tra le varie opere, c'è anche quella di Guido van Helten che ha realizzato un gigantesco ritratto di Carmelo Bentivoglio, che in contrada Tabuna ha lavorato per 38 anni come falegname. Bitume dedicato al "sacrificio di tutti i picialuori", rilegge questi due secoli di storia attraverso lo sguardo di alcuni artisti del muralismo contemporaneo.
    "Bitume - afferma Gaetano Galvagno, presidente dell'Ars e della Fondazione Federico II - rappresenta un'azione di rigenerazione attraverso le arti visive. Recuperare le narrazioni identitarie della fabbrica stratifica i saperi per le future generazioni e restituisce meritata dignità a quello spazio tra terra e cielo che appare adesso sfocato".
    "Abbiamo voluto contribuire - dice Patrizia Monterosso - alla realizzazione di questo volume quale strumento per eternare nella memoria collettiva l'importanza culturale e sociale di uno spazio come quello della fabbrica di bitume. Da luogo di emancipazione dei picialuori a soggetto o superficie di lavoro per artisti dalla cifra stilistica eterogenea ma accomunati da una singolare linea internazionale di arte contemporanea".
    (ANSA).
   

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