Sicilia

Migranti: superstiti, due mesi in prigione Libia senza luce

Racconto a medici Msf, passati giorni senza né cibo né acqua

Redazione Ansa

(ANSA) - POZZALLO, 15 MAR - Hanno ricordi molto confusi e non sanno dire se alcuni dei loro compagni fossero già morti ancor prima che la barca si capovolgesse perché da giorni non avevano né cibo né acqua. Lo hanno riferito al team di Medici senza frontiere alcuni dei 15 superstiti dell'ultimo naufragio di migranti nel Mediterraneo in cui hanno perso la vita 30 persone.
    Sono nell'hotspot di Pozzallo dove il team di Msf è presente da ieri per dare supporto psicologico. Altri due sono in ospedale, ma non sono in gravi condizioni Durante i colloqui i sopravvissuti hanno raccontato anche le difficili condizioni di vita affrontate in Libia prima della traversata. Tutti loro, prima di imbarcarsi in mare, sono rimasti due mesi imprigionati in una stanza buia senza mai vedere la luce. "Un giorno - ricostruiscono - sono venuti a prenderci, ci hanno incappucciato e ci hanno portato sulla spiaggia. Ci hanno puntato i fucili addosso e ci hanno fatto salire sulla barca. Dopo qualche giorno di navigazione il motore ha smesso di funzionare e siamo rimasti alla deriva per un giorno e una notte. La barca si è ribaltata a causa del mare grosso e così siamo finiti in acqua" (ANSA).
   

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