Sicilia

Ulisse alla deriva nell'Artico

Testo di Lina Prosa su catastrofe climatica al Biondo di Palermo

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 23 GEN - "Ulisse Artico" di Lina Prosa, in prima nazionale al ridotto del Biondo di Palermo, dal 25 gennaio al 5 febbraio, con la regia di Carmelo Rifici, sposta la geografia dell'Odissea classica dal Mediterraneo al mare Artico.
    L'eroe contemporaneo riparte dalle terre polari, da una nuova Troia, da una nuova terra di macerie, sperimentando ancora una volta il naufragio, nel cui tormento, questa volta, non c'è una Itaca che l'aspetta. Lo spettacolo, interpretato da Giovanni Crippa e Sara Mafodda, è prodotto dal Biondo di Palermo in coproduzione con Lac (Lugano arte e cultura). Scene, costumi e luci sono di Simone Mannino, le musiche originali di Zeno Gabaglio.
    Lo scioglimento dei ghiacciai disegna un nuovo paesaggio di macerie che passano dallo stato solido a quello liquido. Niente sopravvive mentre avanza il deserto della storia. L'evocazione di figure mitiche, come Nausicaa e Calipso, non regge più perché anch'esse intossicate dalle emissioni di anidride carbonica. Al loro posto un nuovo sistema di sfruttamento delle risorse, un nuovo sistema di navigazione che inaugura una scacchiera di ricchezze e di poteri, di turismo globale. Rifugiato su un pezzo di ghiaccio, Ulisse naufraga nell'immenso arcipelago di isole bianche in costante assottigliamento. In questa decomposizione della realtà, avrà mai Ulisse la possibilità di produrre un ultimo gesto mitico? "Il testo - spiega l'autrice Lina Prosa - attraversa luoghi apparentemente lontani, inaccessibili, ma che stanno cambiando il destino dell'uomo. Sono le terre di ghiaccio dove goccia dopo goccia scompare il volto concreto delle cose e dove il viaggio non è più 'verso', ma 'all'inverso', lungo la negazione dell'esistente".
    "Il testo, epico e poetico - afferma il regista Carmelo Rifici - non privo di un'ironia sagace, riesce a sostenere temi forti quali l'ecologia, lo sfruttamento ambientale, la tragica condizione degli emigrati, senza mai cadere nella cronaca".
    (ANSA).
   

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